25a Settimana Internazionale della Critica – Hora Proelefsis, di Syllas Tzoumerkas
L’opera prima di Syllas Tzumerkas racconta la storia di una famiglia, e di una nazione, in caduta libera: tre generazioni ( quella degli anni ’50, quella protagonista del ripristino della democrazia in Grecia negli anni ’70 e quella attuale) si scontrano in seguito ad un’adozione avvenuta venti anni prima. Siamo a Salonicco e tutto precipita il giorno del compleanno di Stergios (Thanos Samaràs), 27enne ombroso e tormentato: nell’arco di una giornata apparentemente normale, il ragazzo e i suoi parenti faranno i conti con il proprio passato, carico di inganni, silenzi, rancori. In “Terra madre” si intersecano due diverse linee temporali: la prima mostra gli eventi che hanno spinto Gena (Ioanna Tsirigoùli), madre di Stergios, a dare l’altro figlio Thanos (Christos Passalìs) in adozione al fratello, la seconda riguarda il presente, quando la verità relativa all’adozione verrà a galla.
Un montaggio frenetico e vertiginoso alterna presente e passato, svelando particolari riguardo ai rapporti interpersonali e fondendo al tessuto narrativo immagini di repertorio della storia greca. Ci si trova, così, messi di fronte ad una specie di puzzle che, tassello dopo tassello, dovrebbe formare un enorme affresco familiare e sociale. Fino ad un certo momento, la scelta di affastellare personaggi ed episodi funziona e crea in chi guarda una tensione emotiva crescente: il problema è che, nel finale, non ci sarà lo scioglimento tanto atteso. In altri termini, il film provoca una serie di aspettative e domande alle quali non fornisce, poi, una risposta chiara e definitiva. Il “messaggio” dell’opera arriva comunque (alcune famiglie richiedono talmente tanto ai propri componenti da impedire loro di avere una vita al di fuori del nucleo d’origine e di prendere parte attiva alla Storia) ma resta, in ogni caso, un senso di delusione di fronte ad un film che non mantiene pienamente quel che promette.
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di Mariella Cruciani