10° edizione Premio del Documentario Italiano Libero Bizzarri

Il Centro di studi “Libero Bizzarri” sorge a San Benedetto del Tronto, nell’estate del 1993, in memoria dell’omonimo giornalista, nato a Montalto Marche nel 1926 e deceduto il 31 marzo 1986, dopo un’intensa attività. Prima, scrive per Avanti, Mondo operaio, Lavoro; poi, pubblica un volume dal titolo L’industria cinematografica italiana. Inizia a realizzare cortometraggi negli anni Cinquanta: Immagini dantesche di Guttuso, Testimonianze di Guttuso, America di Ben Shahn, Il ribelle Daumier, Lo sguardo sulla realtà prima del quadro, Boccioni e i futuristi (candidato all’Oscar nel 1961); mentre con Zavattini, partecipa al film-inchiesta I misteri di Roma. Insegna al Centro Sperimentale Cinematografico e all’Istituto Superiore di Giornalismo di Roma; è membro dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici e del Dipartimento Spettacolo del Partito Comunista Italiano e tra i fondatori di “Cinema Democratico”. Nel 1976 mette in piedi la sua casa di produzione, “Eagle Cinematografica”, e gira i suoi più significativi lavori per la Rai: Le repubbliche partigiane, La vera storia del Generale Custer, Enrico Mattei, Badoglio, oltre a curare la regia di programmi come Di tasca nostra.

Dedicandola alla sua prestigiosa figura, il Centro organizza quindi la prima rassegna del documentario italiano a San Benedetto del Tronto (Marche), dal 22 al 27 agosto 1994, e in quello stesso anno si costituisce in Fondazione. Quel primo evento avrà un nutrito seguito. Dopo la vittoria ottenuta nel 1° anno da Aleph Tau – Memorie dello Stermino di Alessandro Amaducci, la vetta della 2ª edizione (23-28 agosto 1995) se l’aggiudicano ex-aequo A zero ore di Alessandro Piva e Cichero di Daniele Gaglianone; la 3ª (25-31 luglio 1996), Oggi è un altro giorno – Milano 1945/1995 di Giuseppe De Santis e Bruno Bigoni (vd. articolo Mar Amor di S. Milesi); la 4ª (25-31 luglio 1997), Edelweiss Cinaglia con Omaggio ai Teatri Invisibili; la 5ª, L’altra metà del cielo di Pit Formento; la 6ª, Corso Salani con Cono Sur di; la 7ª, La storia di Pia: mio fratello e mia sorella venduti per poche lire di Basile Sallustio; l’8ª, L’estate vola di Andrea Caccia; la 9ª, Fabio Caramaschi con Residence Roma; fino ad arrivare a quest’ultima, la 10ª, dal 14 al 20 luglio 2003.

Il primo premio di questo decennale alla sezione Italia Doc (Є 5.000) lo riconquista Bruno Bigoni (già vincitore nel 1996) con il suo Cuori all’assalto – Storia di Raffaele e Cristina: un documentario d’amore e lavoro su una coppia di pescatori a Pozzuoli (vd. l’articolo “Mar Amor” di S. Milesi). Riservato agli aspetti di qualità e di contenuto, il secondo premio di Є 3.500 lo riceve Shangai, il gigante è in cammino di Antonio Santillo e Giovanni Sparo, un video che testimonia la ripresa economica di quella un tempo conosciuta come “la Parigi d’Oriente”. A primeggiare nella sezione International Doc è invece The Old Believers di Jana Sevcikova (Repubblica Ceca), dedicato alla comunità dei Russian Starovìrci, discendenti della Chiesa Ortodossa russa. Si contendono ex-aequo il Marche Doc: Porto dei suoni di Francesco De Melis sulla “fonosfera” adriatica del porto di San Benedetto del Tronto; Epi(derma) di Pier Paolo De Minicis “sulla pelle del conciatore di pelli animali”; Ond&Road di Claudia Ceccarini sulla tournee in Albania dei giovani del Teatro Stabile delle Marche. Si guadagnano le tre menzioni speciali (inizialmente bandite per due posti): Chi non rischia non beve champagne di Enrica Colusso, sul viaggio in Occidente di giovani donne ucraine disposte a tutto; Racconti dal sottosuolo di Daniele Atzeni, che racconta la storia dei vecchi minatori del Sulcis in Sardegna; Isla di Sonia Pastecchia, che mette a fuoco la situazione geopolitica della Cuba di Fidel. La Rivista del Cinematografo decide viceversa di riconoscere – con targa d’argento e abbonamento annuo alla rivista – come miglior opera Un’ora sola ti vorrei di Alina Marazzi, dove la regista ricostruisce il passato della madre, morta quando lei aveva appena 7 anni, attraverso la memoria visiva di vecchie pellicole girate dal nonno. È la storia Rom di Violini e polenta, realizzata da Paolo Simoni ed Elena Alecci, a convincere la Giuria del Pubblico. Mentre con Come fossili cristallizzati nel tempo, sui relitti architettonici dell’industria tessile italiana, il Premio Andrea Pazienza “per l’uso inventivo e originale delle immagini e della grafica” va a Luca Pastore e il Premio Università di Teramo – Scienze della Comunicazione di Є 3.000 a Stefano Savona per il suo Un confine di specchio, che riprende un mese di vita di un gruppo di pescatori tunisini. Nella straordinaria occasione del suoi primi dieci anni di vita, il Festival Bizzarri ha inoltre conferito dei Premi alla carriera a: Luigi Di Gianni, Giuseppe Ferrara, Ansano Giannarelli e Franco Piavoli. A quest’ultimo veterano della forma documentaria è stata riservata una serata per il suo Al primo soffio di vento, tra le Anteprime di cui si componeva la rassegna (l’altra riguardava La meglio gioventù di Marco Tullio Giordana). Inaugurata con un omaggio al cantautore francese Léo Ferré in virtù di un decennale non lieto (i primi dieci anni dalla sua scomparsa), il Decimo Bizzarri s’è infatti organizzato con (oltre ai documentari in concorso e alle citate Anteprime): una retrospettiva su Nicolas Philibert, autore del più famoso Essere e Avere; la proposta dei Diari della Sacher 2002, congegnati da Nanni Moretti e Barbagallo su storie vere raccolte all’Archivio di Pieve Santo Stefano; la proiezione dell’ultimo lavoro di Wim Wenders, L’anima di un uomo; il riconoscimento al lavoro di Giuseppe Piccioni come produttore; la presentazione di Jenin, Jenin di Mohammad Bakri per mostrare l’assalto israeliano ai campi profughi nell’aprile 2002; il ricordo di Quelli del Bizzarri, ossia di giovani autori che hanno esordito nelle passate serie del DocFest sanbenedettese, quali Marco Simon Puccioni (vd. l’articolo “Lussi quotidiani e negoziazioni giornalieri” di S. Milesi) e Costanza Quatriglio (vd. l’articolo “La galoppante quadriglia di Costanza” di S. Milesi). Si sommano a questo già nutrito elenco delle sezioni in programma: il Cinedocalbum, una decina di videoritratti su personalità del cinema italiano firmate dal Direttore Artistico del Premio, Italo Moscati e il convegno Futur Doc, dove soprattutto le nuove leve del documentario hanno denunciato con forza il nuovo decremento di investimenti nel settore, nonostante il successo di sala ottenuto da opere come Bowling a Colombine di Moore o il già menzionato Essere e Avere di Philibert. Ospite di riguardo (assieme al Festival dei Popoli di Firenze e alla Mostra del cinema giovane di Torino) all’annuale workshop di cinema documentario organizzato da “Documentary in Europe” a Bardonecchia (www.docineurope.org), la “Rassegna del Documentario Premio Libero Bizzarri” (www.ildocumentario.it/bizzarri) giunge quindi al suo decimo compleanno dei buoni presupposti per ricevere un augurio a “cento di questi anni”.


di Sanzia Milesi
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