Premio Fiesole Maestri del Cinema 2010 – Convegno su Gianni Amelio

A conclusione delle giornate del Premio Fiesole ai Maestri del Cinema 2010 (21-22 luglio), si è tenuto, nella sede fiorentina della New York University a Villa La Pietra, l’incontro-convegno con il regista premiato – quest’anno Gianni Amelio – che caratterizza culturalmente questa manifestazione promossa dal Comune di Fiesole, la Regione Toscana, la Fondazione Sistema Toscana e il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani che ne cura il programma con i soci toscani. A moderare l’incontro è stato il Vice Presidente del Sncci, Piero Spila, con Emanuela Martini uno dei maggiori esegeti italiani dell’opera di Amelio, che ha introdotto con limpidezza la figura “eccentrica” del regista calabrese, uomo-cinema a tutto tondo come appassionato spettatore, critico acuto, autore modernissimo nella sua classicità e vigile direttore di festival, a Torino. Naturalmente la presenza di Amelio e la sua nota e avvincente capacità affabulatoria hanno rimescolato la pur agile scaletta degli interventi previsti e l’incontro ha preso la piega vivace di un serrato interlocutorio tra il regista e i presenti. In particolare, si è colta l’occasione per parlare più distesamente dell’ultima fatica “letteraria” del nostro, il volumetto Einaudi Un film che si chiama desiderio (2010) che raccoglie, dopo l’altro testo Il vizio del cinema (Einaudi 2004), gli scritti critico-autobiografici apparsi sulla rivista «Film Tv» dal 1999 al 2007. Spazi liberi, anarchici, non “recensioni” in senso classico, dove Amelio ha potuto ripercorrere il suo personalissimo itinerario nel cinema, fin dall’infanzia a Catanzaro, con gli amori, le turbe, i desideri, i disinganni, le rivelazioni: poteva anche ribattezzarlo, joycianamente, Ritratto di uno spettatore da giovane… Proprio gli interventi dei critici Ranieri Polese e Claudio Carabba, che questi due libri hanno scavato in profondità, e di Emanuela Martini, che ne ha seguito la genesi dalla rivista alla stampa, hanno sollecitato l’autore a soffermarsi sui numerosi aneddoti che costellano quelle pagine, sottolineando sempre la sua predisposizione emozionale, filtrata più dalla memoria che dall’analisi critica, di fronte alla visione dei film.

L’intervento della studiosa americana Millicent Marcus – la sede era la più appropriata, con la presenza di docenti e studenti che proprio su Amelio avevano condotto ricerche recenti – ha spostato il dibattito sull’adattamento delle opere letterarie al cinema, piatto forte per il regista reduce dall’Algeria dove ha appena terminato la gran parte delle riprese di Le Premier homme, tratto dal romanzo incompiuto e a lungo inedito di Albert Camus. Amelio ha potuto così parlare a lungo del suo rapporto con il testo (e con la figlia che lo ha in custodia) dello scrittore francese e delle sintonie sotterranee rilevate nel romanzo che gli hanno facilitato un approccio autobiografico a un mito apparentemente inaccostabile. Arricchendo questa digressione con i necessari richiami alla sua azione costante di “tradimento fedele” nei confronti degli autori: Anna Banti per I velieri, Sciascia per Porte aperte, Pontiggia per Le chiavi di casa, Ermanno Rea per La stella che non c’è. Infine, la presenza e la testimonianza diretta di Maya Sansa, interprete di quest’ultimo film franco-algerino, hanno illuminato gli aspetti originali, profondamente umani, del lavoro sul set, con Amelio che riesce a coinvolgere gli attori nell’atmosfera giusta senza spremerli, senza stressarli, con la convinzione del gesto e della parola.

Altro momento saliente dell’incontro è stata la presentazione del volume edito in occasione del Premio Fiesole, Sotto un’altra stella. Il cinema di Gianni Amelio (Aida 2010), a cura dei soci toscani del Sncci Claudio Carabba, Gabriele Rizza e Giovanni Maria Rossi. Aggiornato con una lunga e dettagliata intervista all’ultima fatica del “maestro”, il volume ospita, dopo l’introduzione del Presidente del SNCCI Bruno Torri, saggi di Claudio Carabba (Ovunque ma non qui), di Piero Spila (Due o tre cose sulla modernità), di Emanuela Martini (C’era una volta un amore…), di Massimo Tria (Lingue, sottolingue, dialetti), di Chiara Tognolotti (L’architettura dello sguardo. Dinamiche della rappresentazione dell’infanzia), di Luca Mazzei (La macchina trasparente), di Gabriele Rizza (Lamelio gioventù), di Marco Luceri (Porte aperte porte chiuse: Amelio alla prova degli attori) e di Ranieri Polese (Alla ricerca del cinema perduto). Completano il volume una filmografia completa a cura di Giovanni Maria Rossi e una bibliografia essenziale a cura di Luigi Nepi.


di Redazione
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