Incontri della Critica (SNCCI). Dopo Venezia
Lunedì 24 settembre alla Casa del Cinema di Villa Borghese si è svolto un incontro, organizzato dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, dedicato all’ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia per discutere ed analizzare novità e tendenze emerse quest’anno: ne hanno parlato autori, produttori, critici e giornalisti.
Dopo una breve introduzione di Franco Montini, Presidente del SNCCI, ha preso la parola Emiliano Monreale, uno dei selezionatori del Festival, il quale ha detto di essere stato sorpreso “dall’atteggiamento democratico e d’ascolto” di Alberto Barbera e ha parlato di grande collaborazione anche con le Giornate degli Autori e con la Settimana della Critica. Giorgio Gosetti, direttore delle Giornate, ha raccontato che, quest’anno, il suo incubo era la sezione “Orizzonti” perché, conoscendo Barbera e i selezionatori, temeva di fare lo stesso lavoro.
Francesco Di Pace, delegato generale della SIC, ha confermato l’opinione di Gosetti affermando che, con la modifica del programma di “Orizzonti” si è creata, in effetti, una certa uniformità tra alcune sezioni. Riccardo Tozzi, Presidente dell’ Anica, ha evidenziato che, se a Roma il problema è l’eccesso di confusione, a Venezia si corre il rischio opposto e si è chiesto cosa si potrebbe fare per “mettere attorno al Festival un po’ più di rumore”. E’ stata, poi, la volta di Ivano De Matteo, regista de Gli equilibristi, il quale ha dichiarato che “sì, un Festival può accendere la luce su un film ma non spalanca, per questo, le porte delle sale”. Fabrizio Falco, attore in due film importanti della Mostra come Bella addormentata di Marco Bellocchio e E’ stato il figlio di Daniele Ciprì, ha parlato della sua esperienza a Venezia, di come il Premio Marcello Mastroianni sia arrivato inaspettato e sia stato una bella soddisfazione.
E’ seguito il dibattito, inaugurato da Bruno Torri che si è soffermato sul tema della stampa e sulla politica dei giornali che, spesso, presumono lettori di basso livello che non corrispondono alla realtà. Questa situazione – ha detto – impedisce ai film che lo meritano di arrivare al pubblico e ha fatto l’esempio di molti bei documentari presentati a Venezia di cui non si è parlato affatto sulla carta stampata. Il discorso si è spostato, infine, sulla novità di quest’anno, la sala “virtuale” collocata sul web, a proposito della quale Monreale ha affermato che “è stato un modo per portare al cinema i ragazzi”. De Matteo si è detto contrario, in generale, al cinema sul web ma ha anche aggiunto che una soluzione al problema potrebbe essere l’uscita del film in rete contemporanea alla sala ma a prezzi minori. Replica conclusiva di Tozzi. “E’ importante, comunque, far capire che un film, anche in rete, va pagato mentre, in Italia, la pirateria è considerata una cosa normale!”.
di Mariella Cruciani