Un convegno per ricordare Giuliano Montaldo
A Ferrara un convegno di studi per ricordare il regista Giuliano Montaldo, recentemente scomparso.
Il Centro Documentazione Studi e Ricerche Cinema Ferrarese ha ricordato il regista Giuliano Montaldo in un’iniziativa che ha avuto luogo lunedì 16 ottobre, nella bella cornice della Sala Estense di Palazzo Roverella. L’incontro è stato organizzato dal Circolo Negozianti che, insieme a CDS Cultura OdV, ha l’obiettivo di tenere viva l’attenzione sulla cinematografia realizzata nel territorio di Ferrara.
Dopo i saluti istituzionali di Paolo Orsatti e Riccardo Modestino, il convegno ha avuto al suo centro un’articolata e informatissima relazione dello storico del cinema, e membro decano del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, Paolo Micalizzi, intitolata Giuliano Montaldo, regista tra impegno civile e Storia. Un tema, quello dell’impegno civile e del suo rapporto con la grande Storia, che Giuliano Montaldo ha affrontato sin dal suo primo film, Tiro al piccione (1961), in cui la lotta partigiana è originalmente vista dalla parte dei fascisti. Protagonista un giovane (Jacques Charrier) che, in un momento di confuse motivazioni patriottiche, aderisce alla Repubblica di Salò, scontrandosi, poi, con i gerarchi fascisti e le proprie disillusioni.
Paolo Micalizzi ha brillantemente tenuto le fila della filmografia di Giuliano Montando, passando a lumeggiare il successivo Una bella grinta (1965), dove il regista traccia il ritratto di un cinico arrampicatore sociale. Cui segue una trilogia sul potere, con opere come Gott mit uns (1970), Giordano Bruno (1973) e, soprattutto, Sacco e Vanzetti (1971), sicuramente il suo film più celebre. Una storia imperniata sull’ingiusto verdetto di condanna a morte di due anarchici italiani, accusati, in America, di rapina a mano armata e omicidio: un delitto di Stato, con due personaggi giudicati solo per la pericolosità delle loro idee. Indimenticabile la colonna sonora firmata da Ennio Morricone.
Altro film su cui Paolo Micalizzi si è particolarmente soffermato è L’Agnese va a morire (1976), in cui Giuliano Montaldo torna al tema della Resistenza, portando sullo schermo l’omonimo romanzo di Renata Viganò (che nel 1949 vinse anche il premio Viareggio). Protagonista un’eccezionale Ingrid Thulin, il film fu girato anche sul Delta del Po, territorio ferrarese nel quale Giuliano Montaldo ha girato anche Gli occhiali d’oro (1987), dall’omonimo romanzo di Giorgio Bassani. Quella volta Ferrara è stata quasi per un mese set solcato da attori come Philippe Noiret, Valeria Golino, Rupert Everett e Stefania Sandrelli. In quell’occasione, Giuliano Montaldo ha anche realizzato il documentario Ferrara. La città spettacolo (1988), omaggio a una città che molto amava e in cui spesso ritornava, anche per incontrare i tanti amici conosciuti in occasione delle riprese. I testi del documentario erano stati scritti da Roberto Pazzi, intervenuto al convegno per una sentita testimonianza. Cui è seguita la proiezione del film per il pubblico, che ha rivisto la propria città ancora una volta sul grande schermo per mano di un indimenticabile protagonista del cinema italiano come Giuliano Montaldo.
di Davide Magnisi