Convegno: Letterati al cinema

A Padova il convegno in collaborazione con Università di Padova (Dipartimento di Discipline dello Spettacolo e Dipartimento di Italianistica).

Il Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani e l’Università di Padova (Dipartimento di Discipline dello Spettacolo e Dipartimento di Italianistica) hanno organizzato, nella stessa città, nei giorni 25 e 26 ottobre 2001, un Convegno intitolato Letterati al Cinema.

L’iniziativa, che si è svolta nell’arco di tre “tornate” presiedute rispettivamente da Giorgio Tinazzi, Bruno Torri e Cesare De Michelis, aveva come scopo principale quello di esaminare e discutere il contributo dato da alcuni letterati alla critica e anche alla teoria cinematografica. I relatori, scelti tra critici e studiosi cinematografici e critici e studiosi letterari, si sono susseguiti nel seguente ordine: Adriano Aprà (Moravia al cinema); Luca Mazzei (Papini, Thovez, Orvieto – 1907/1908); Antonio Costa (“Prospettive”. La verità sul cinema di Curzio Malaparte); Giuliana Nuvoli (Corrado Alvaro e l’amoroso sdegno del letterato); Maria Carla Papini (Palazzeschi al cinema); Giorgio Barberi Squarotti (Serafino Gubbio e la decima musa); Sabine Schrader (Un dilettante al cinema – Alberto Savinio); Lorenzo Pellizzari (Lunari, lunardi e stralunati: quattro o cinque intellettuali al cinema – Bruno Barrilli, Enrico Emanuelli, Eugenio Ferdinando Palmieri, Carlo Terron); Riccardo Verzini (“Il cinema è vivo” – “No è morto”. Natalia Ginzburg e Pier Vittorio Tondelli davanti allo schermo”); Marco Lodoli (Uno scrittore al cinema); Pier Vincenzo Mengaldo (Debenedetti al cinema); Alessandro Zaccuri (Hollywood non è sul Tevere); Enza Del Tedesco (Goffredo Parise. Il cinema è una “confiserie”); Vito Zagarrio (“L’enfant du Paradis”. Bufalino al cinema); Giuseppe Calzolari (I Bertolucci: letterati, poeti e gente di cinema).

Al termine di ogni “tornata”, si è svolta una discussione che ha ulteriormente approfondito gli argomenti trattati dai relatori. I lavori convegnistici, oltre a mettere in risalto l’apporto dato al cinema dai letterati presi in esame, ha anche evidenziato le diverse motivazioni (di ordine ora economico, ora editoriale, ora estetico-culturale) che hanno spinto tanti letterati a occuparsi di cinema, spesso arricchendone la conoscenza con contributi originali; e ciò si è verificato anche quando i loro giudizi derivavano prevalentemente dal loro gusto. Il convegno, inoltre, ha offerto l’opportunità di riflettere sulle caratteristiche e sulla prassi della critica cinematografica; e quindi di riconsiderarla come territorio, non solo riservato alle competenze specifiche dei critici cinematografici, ma anche aperto, soprattutto in conseguenza della particolare dimensione sociale del cinema stesso, alle più diverse “incursioni”: di letterati, appunto, ma anche di sociologi, di psicologi, e dei cosiddetti “opinionisti”: fenomeno questo che raramente si verifica negli altri campi dell’espressione artistica. Gli atti del convegno saranno pubblicati nel corso del 2002.


di Redazione
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