A proposito di Cannes – Cronaca di un incontro

Si è svolta, a Roma, mercoledì 6 giugno presso la Casa del Cinema di Villa Borghese un’ iniziativa organizzata dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani dedicata al Festival di Cannes. L’incontro, denominato A proposito di Cannes e moderato dal Presidente del SNCCI Franco Montini, ha inteso offrire un’occasione di confronto e di discussione su film, tendenze,novità e  risultati del mercato emersi dall’edizione 2012 del Festival. Hanno portato un proprio contributo il Presidente dell’ Anica Riccardo Tozzi, il Presidente dell’Anec Lionello Cerri, il produttore e distributore Valerio De Paolis, la Presidente dell’Unione Esportatori Film e Audiovisivi (Unefa) Paola Corvino e sono intervenuti critici e giornalisti inviati al Festival come Roberto Silvestri, Federico Pontiggia, Cristiana Paternò, Laura Delli Colli ma la discussione è stata aperta a tutti i presenti. Tante le questioni affrontate: l’accoglienza riservata al cinema italiano, l’assenza dei nostri film nelle varie sezioni, i premi e le polemiche ad essi connesse, il ruolo dei Festival.

Dopo una breve introduzione di Franco Montini, Georgette Ranucci, responsabile di “Cannes a Roma” ha illustrato la XVII edizione della Rassegna, organizzata dall’Anec Lazio con il Comune: il cartellone 2012 è particolarmente ricco perché comprende quasi tutti i film premiati sulla Croisette, a partire dalla Palma d’Oro Amour di Michael Haneke. Sono previsti anche titoli provenienti dalla “Quinzaine des Realisateurs” e dalla “Semaine de la Critique” ; mancano, invece, i film italiani perché, nonostante le richieste degli organizzatori, i produttori e i distributori di Reality di Garrone e di Io e te di Bertolucci hanno rifiutato di unirsi alla festa. E’ stata, poi, la volta di Riccardo Tozzi che ha evidenziato come la Francia abbia, in questi anni, attribuito il giusto riconoscimento al nostro cinema, confermando la validità di alcuni autori, contribuendo alla valorizzazione di nuovi talenti e dando spazio anche ad autori estremi. Per quanto riguarda il mercato, Paola Corvino ha spiegato che il collocamento dei film che non appartengono alla sezione principale non è immediato perché l’acquisto avviene in seconda battuta: a metà luglio o ad agosto si saprà come è andata! Roberto Silvestri si è detto stupito della mancanza di opere prime e della scelta dei film americani mentre Federico Pontiggia ha osservato che, in generale, è stato privilegiato il ritorno di grandi autori ma, non sempre, questi si presentano nelle migliori condizioni.

Cristiana Paternò ha dichiarato che, secondo lei, l’Italia non esce male dal Festival perché è riuscita ad affermare un’ immagine ben definita e ha aggiunto che, se Reality non è stato accolto in modo unanime è perché, forse, non è stato capito fino in fondo: è necessaria, probabilmente, un’opera di mediazione culturale migliore. Tozzi ha rilevato come la varietà del cinema italiano di questi ultimi anni sia, in fondo, una testimonianza indiretta della  qualità e del  valore della nostra industria cinematografica: c’è stata una grande fioritura ma non se n’è parlato abbastanza. Lionello Cerri ha detto che i Festival hanno un ruolo fondamentale per la visibilità di un film ma  a patto che la distribuzione avvenga in contemporanea. Laura Delli Colli si è trovata d’accordo con lui e ha affermato di considerare la mancata uscita dei film di Garrone e di Bertolucci un’ occasione persa. De Paolis ha replicato, in quanto distributore, di non avere il film di Garrone e ha sottolineato che, se anche l’avesse avuto, forse non l’avrebbe fatto uscire: come si può immaginare, prima, un  premio? Paola Casella, in giuria per la Fipresci, ha definito “duplice” l’atteggiamento della critica internazionale verso il cinema italiano: da una parte, c’è l’ammirazione per i grandi autori del passato, dall’altra, c’è una sorta di diffidenza nei confronti di quelli attuali.

È, infine, intervenuto Bruno Torri, notando come la ripresa del cinema italiano non sia qualcosa di acquisito ma costituisca, invece, un fenomeno congiunturale. Ha, inoltre, rivolto a tutti i presenti un invito decisivo: “Dobbiamo smetterla di parlare di un tutto unitario, dove unitario non c’è niente: né i critici, né il mondo della produzione, né gli autori. Se continuiamo a pensare il cinema italiano come un tutto unitario, facciamo un grosso errore! Dobbiamo continuare a confrontarci, sapendo, però, che ognuno di noi è plurimo”.


di Mariella Cruciani
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