Wonka

La recensione di Wonka, di Paul King, a cura di Francesco Di Brigida.

Nel 1971 uno dei più celebri romanzi di Roald Dhal divenne il film Willy Wonka e la fabbrica di cioccolato. Con un incasso piuttosto scarso, una nomination all’Oscar ed una ai Golden Globe rimase silente fino agli anni ‘80, quando i vari passaggi natalizi in tivù lo resero popolare fino a diventare il cult per bambini d’ogni età che oggi conosciamo. Il plot era poi stato ripreso nel 2005, emulato, reinterpretato e intaccato, purtroppo, dal remake malriuscito di Tim Burton. Ora però la Warner Bros. ha rilanciato con un prequel nuovo di pacca. Wonka nelle mani di Paul King, un regista che aveva già dimostrato il suo valore con i due Paddington, prende nuova vita. Ma prima occorre precisare che l’autrice del nuovo romanzo prequel ispirato al fantasioso cioccolatiere è Sibéal Pounder, ex-giornalista del Guardian e The Financial Times.

Willy, giovanotto di belle speranze e magici trucchetti per tirar fuori dalla sua valigia cioccolatini esotici irresistibili e mai sentiti prima, arriva nella grande città al cospetto dei tre cioccolatieri più ricchi e illustri, ma per un losco imbroglio finirà a pagar debiti lavorando nella lavanderia d’una coppia di strozzini. Una di loro è la divina Olivia Colman, trasformista adatta a qualsiasi tipo di ruolo e genere, che qui impersona una donna con l’anima della strega. Il nuovo maghetto del cioccolato è Timothée Chalamet, perfetto nel suo riprendere in un certo senso il lavoro di Gene Wilder pur imprimendo il suo segno moderno. Tanto che in certi primi piani di profilo, sembra proprio di vedere lui, il vecchio Willy, che probabilmente si sarà divertito e commosso da lassù.

La messa in scena di King accenna alla Fabbrica di Cioccolato come la ricordavamo, proponendone il preludio in un paio di abbozzi in questa storia ben calibrata tra cinema e fiaba. Ma la ciliegina sulla torta è l’Oompa Loompa interpretato da un irresistibile Hugh Grant. L’ex sex-symbol che si presta a canti e coreografie del piccolo aiutante di Wonka farà furore con meme e quant’altro anche fuori dal grande schermo. Inimmaginabile pensarlo così ai tempi di Quattro matrimoni e un funerale. Nel cast spiccano anche l’ingordo cardinale col volto di Rowan Atkinson e Sally Hawkins in un ruolo dolcissimo.

Se in questa nuova commedia musicale si rispolverano i sogni e le melodie del film originale, utile sarebbe, per un pubblico più incline, guardare la versione sottotitolata per gustare appieno le performance canore degli attori. In special modo di Chalamet, che già in un pezzo jazz al pianoforte si fece notare positivamente in Un giorno di pioggia a New York di Woody Allen. Il racconto dell’amicizia tra i nuovi personaggi che spalleggiano Willy, complicità, sfide e peripezie per fuggire dalla prigionia, il contrasto con una pletora di buoni schierati contro quella dei cattivi, il canto della generosità e della sana golosità per le cose buone nella pancia e nel cuore, ma soprattutto la tenerezza per la memoria materna, caratterizzano questo blockbuster annunciato costato ben 125 milioni di dollari. Sarà destinato anche a un successo natalizio e trasversale? Di sicuro per ora si attesta come il film di fantasia per questo Natale 2023.


di Francesco Di Brigida
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