Uno su due
In una Genova elegante e rarefatta si muove l’avvocato Lorenzo Maggi, protagonista di Uno su due, convincente film di Eugenio Cappuccio, alla sua seconda prova registica dopo Volevo solo dormirle addosso. Lorenzo è uno spregiudicato, un carrierista (rampante, si sarebbe detto qualche anno fa), partito dal basso e deciso ad arrivare molto in alto, con ogni mezzo. Nella sua vita c’è una donna dolce, bella, paziente, ma la loro storia rimane sospesa in una sorta di limbo. Un giorno però Lorenzo sviene in mezzo alla strada, viene ricoverato e sottoposto a una biopsia. Esce dall’ospedale ma resta in attesa del risultato dell’esame. In preda all’angoscia e alla paura, decide di fare qualcosa per aiutare Giovanni, l’estroverso camionista che ha conosciuto in ospedale. Parte per l’Umbria per rintracciare Tresy, la figlia che l’uomo non vede da tempo. E’ la prima volta che Lorenzo fa qualcosa per un altro…
Commedia drammatica, efficacemente giocata fra momenti giocosi e altri dolorosi, Uno su due è un film che non teme di mostrare il dolore, la malattia, i piccoli dettagli della vita in ospedale, che sa raccontare bene l’amore e la sua assenza, la speranza sospesa sull’abisso, la volontà e possibilità di cambiare la propria vita a grandi e piccoli passi. E’ un film raffinato e al tempo stesso semplice che racconta di cose che riguardano tutti, e che non soffre per qualche piccola caduta di tono e di stile. Diretto con mano ferma da Cappuccio, Uno su due è ottimamente interpretato da un bel gruppo di attori: Fabio Volo credibile e misurato, Anita Caprioli intensa e luminosa, Giuseppe Battiston assolutamente in parte. Ma la sorpresa più bella è rivedere Ninetto Davoli, bravissimo in un ruolo accattivante ma dai risvolti oscuri e dolorosi.
di Anna Parodi