Una bugia per due
La recensione di Una bugia per due, di Rudy Milstein, a cura di Mariella Cruciani.
Il titolo originario di quest’opera prima di Rudy Milstein, già attore teatrale, è Je ne suis pas un héros e, in effetti, rende meglio della traduzione italiana il contenuto e il senso del film.
Protagonista della storia è Louis (Vincent Dedienne), un avvocato trentenne tutt’altro che cuor di leone: chiede il permesso per qualsiasi cosa, si mostra sempre disponibile ma nessuno vuole il suo aiuto, è timido e impacciato. La sua vita monotona e incolore prende tutta un’altra piega quando lo studio legale per cui lavora assume la difesa di una multinazionale che, con i suoi pesticidi, avrebbe provocato il cancro in molte persone. Il nostro non-eroe, studiando i fascicoli dei querelanti e i loro sintomi, teme di essere anche lui malato e, in effetti, un medico avvalora i suoi sospetti.
A questo punto, Elsa (Clémence Poésy), spregiudicata e affascinante capo di Louis, sceglie proprio lui, in virtù della sua malattia, per contattare le vittime, guidate dalla scontrosa e determinata Hélène (Géraldine Nakache), e per convincerle ad accettare un accordo, senza arrivare al processo. In poco tempo, come gli fa notare il suo bizzarro amico Bruno, interpretato dallo stesso Milstein, Louis ha un lavoro, è conteso da due donne, Elsa ed Hélène, e persino i suoi genitori, per fargli respirare vibrazioni positive, sono tornati ad amarsi. Quando, successivamente, scopre di essere sano e che si è trattato di un errore, Louis teme di perdere tutto e non fa che tergiversare: riuscirà, infine, a dire la verità senza ripiombare nel grigiore, nell’anonimato, nella solitudine di prima?
Milstein parte da temi, già di per sé, importanti come la malattia e l’inquinamento ma il suo obiettivo è ancor più ambizioso: tra una battuta e un’altra, vuole spingerci a chiederci se le buone intenzioni perdonano tutto o se, al contrario, sono le azioni a definire chi siamo. Il risultato è una commedia esistenziale intelligente, inusuale, profonda e divertente che ricorda Woody Allen o il cinema di Agnès Jaoui e Julie Delpy: un esordio promettente, un neo-autore da tenere d’occhio!
di Redazione