The Palace

La recensione di The Palace, di Roman Polanski, a cura di Arianna Vietina.

Non è così semplice relegare The Palace tra i film brutti o tra i film non riusciti. La prima domanda che l’oepra fa sorgere è quella legata al fine, al motivo che ha spinto un regista come Roman Polanski a costruire e firmare un lavoro così, dopo una carriera di capolavori e una vita di scandali e tensioni. The Palace è un film che non lascia intravedere nessun fine, nessuna volontà di discutere un soggetto o anche solo di intrattenere sapientemente un pubblico. È una commedia grottesca che non fa ridere, ma scatena il riso a compensazione per l’imbarazzo che provoca. Non critica dinamiche e personaggi, per altro numerosi e mal tratteggiati, senza una backstory che giustifichi le loro azioni e animati da fini futili.

Questo gran numero di macchiette si muovono in albergo (i cui esterni sono resi con grafica digitale di qualità imbarazzante) come pedine di cui il regista si fa beffa, come fossero dei punchball. Il film non fa neanche critica sociale contro i ricchi, i truffatori o i mafiosi, tutti intenti a riparare alle loro sorti durante un pacchiano cenone di Capodanno. E come è stato possibile che in un progetto così sconclusionato, da molti paragonato ai cinepanettoni italiani (forti però di volti noti della comicità demenziale televisiva, qui incarnata solo dallo scarso ruolo di John Cleese dei Monty Python), sia stato prodotto, persino con fondi del ministero della cultura italiano. Siamo forse di fronte a un’incarnazione definitiva della sovrapproduzione, della necessità di fare film tanto per farli al di là della sceneggiatura, del pubblico, ma soprattutto di un messaggio da comunicare?

Sarebbe un po’ troppo semplice dire semplicemente brutto, perché in un pomeriggio di stanca questo film può pure divertire, ma è assolutamente necessario partire da questo esempio per riflettere sulle dinamiche produttive che contribuiscono a riempire i nostri festival, le sale e le piattaforme alla disperata ricerca di una validazione, che per prodotti del genere semplicemente non può essere data. 


di Arianna Vietina
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