The Artist

Salutato a Cannes come uno dei maggiori fenomeni cinematografici della stagione, The Artist si distingue per la sua volontà di voler omaggiare quel cinema muto ancora oggi da molti ritenuto l’espressione artisticamente più alta dell’arte cinematografica.
Hazanavicius parte da un’idea a dir poco bizzarra: raccontare l’avvento del sonoro nella Hollywood degli anni ’20 attraverso un film muto. L’esperimento del regista francese risulta affascinante ma purtroppo non viene pienamente svolto. Hazanavicius, infatti, si concentra principalmente sull’omaggio ad alcuni classici dell’età dell’oro di Hollywood: dalle avventure di Nick & Nora Charles di W.S. Van Dyke, passando per Cantando sotto la pioggia di Stanley Donen, È nata una stella di William A. Wellman, Luci della ribalta di Charlie Chaplin e tante altre pellicole che The Artist omaggia e cita con garbo ed eleganza dimenticandosi però che tutti questi film erano sonori e dunque adoperavano il linguaggio filmico adattandolo al sonoro (mentre The Artist è un film muto).

Proprio The Artist è  penalizzato da una regia che piuttosto che approfittare dell’opportunità di comporre un film che possa parlare grazie alle immagini si ostina a utilizzare le didascalie, a suggerire suoni allo spettatore mostrando persone che applaudono o attori che muovono le labbra. Insomma, Hazanavicius pur realizzando un film muto (o quasi) non riesce a dare indipendenza espressiva alle immagini che, se spogliate delle splendide musiche di Ludovic Bource e delle didascalie, risultano spente, opache, incapaci di parlare autonomamente.

Ad essere sinceri per la prima mezz’ora convince a pieno, anche perché si rifà alla commedia, genere principe dell’epoca del muto. Il sorriso irriverente di Jean Dujardin, la forza espressiva di John Goodman e la frizzante bellezza di Bérénice Bejo spazzano via in un sol colpo le perplessità sul valore dell’operazione e ne rendono godibilissima la fruizione fino a culminare in una delle scene cinematograficamente più riuscite del film: il dialogo sulle scale tra George Valentin, in declino, e Peppy Miller, in ascesa,  immersi in un’architettura e in un via vai che ben rappresenta il continuo mutamento dello star system con i suoi drammi e le sue gioie.
Il declino di George Valentin è anche l’inizio dell’involuzione del film. Questo passaggio, infatti, non coincide con una riuscita trovata registica da parte Hazanavicius, il quale non si trova per nulla a suo agio nel raccontare il dramma della star sul Viale del tramonto, capolavoro di Billy Wilder che, seppur sonoro, risultava essere visivamente e infinitamente più espressivo dell’opera di Hazanavicius.
L’evolversi del dramma coinvolge davvero poco, eppure un grande potenziale era a disposizione; e il muto, in passato, si era prestato benissimo al racconto drammatico.   Perfino la scena più “sperimentale” dell’incubo di Valentin risulta fin troppo prevedibile. Inoltre, appare non opportuno (come qualcuno ha fatto) paragonare Dujardin a mostri sacri del musical come Gene Kelly o Fred Astaire.

Detto ciò, bisogna però notare come la prova attoriale di Dujardin sia comunque notevole non solo per la sua capacità espressiva ma anche per il suo sapersi reinventare completamente dopo le precedenti esperienze di Oss 117.
In definitiva, crediamo che il premio a Cannes come miglior attore sia stato meritato mentre speriamo che i membri dell’Academy non si facciano troppo impressionare dai “trucchi” di Hazanavicius e preferiscano quelli di un certo Méliès, recentemente riportati sul grande schermo da un vero maestro come Martin Scorsese.

TRAMA

George Valentin è un divo del cinema all’apice del suo successo nella Hollywood degli anni ’20. Casualmente conosce Peppy Miller ambiziosa ballerina di fila e aspirante attrice. La carriera di George e il suo spropositato ego verranno messi a dura prova dall’avvento del sonoro e dalla grande crisi del ’29. Intanto Peppy vive una rapida ascesa, da ballerina a nuova diva del cinema sonoro. L’ormai sconfitto divo del passato troverà proprio nella ballerina un’ancora di salvezza e una possibilità di rilancio.


di Redazione
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