Xiao he (Lotus)

Xiao He, cioè Lotus, insegna cinese in una cittadina del nord della Cina. Spirito libero, è convinta che l’apprendimento debba passare attraverso il piacere della scoperta e non le vecchie e ferree regole dello studio coatto. Le sue idee piacciono molto agli studenti, molto meno agli altri insegnanti che la giudicano una ribelle. Quando si scopre che Lotus ha per amante un uomo sposato, l’allontanamento dalla scuola diviene scontato. La ragazza decide allora di andare a Pechino, dove sembra poter dare libero sfogo alla propria creatività lavorando in una redazione. Ben presto però l’innato istinto di libertà la mette nuovamente nei guai, licenziata per sopravvivere è costretta a fare la cameriera in un bar. Una via di uscita sembra arrivare da un uomo ricco che si innamora di lei, ma che la ragazza non ama. Nel momento in cui decide di accettare l’amore dell’uomo, i suoi sogni sono ulteriormente calpestati a causa di un poliziotto alle cui violente avance aveva resistito. E’ l’ora delle scelte: continuare nella sofferenza o tradire gli ideali e cambiare completamente rotta.
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Debutto sorprendente Xiao He di Liu Shu, che scrive, monta e produce il primo lungometraggio concedendosi una libertà stilistica e di contenuti sempre meno frequenti all’interno della produzione cinese. Protagonista del film è una ragazza che decide di vivere fuori dagli schemi e di sfuggire al controllo che la società mette in atto su ogni individuo costringendolo di fatto a conformarsi a precise regole in ogni campo: dalla scuola al lavoro all’uso del tempo libero. Un meccanismo che vorrebbe imprigionare le emozioni dei singoli per indirizzarli verso un’affermazione personale che sia utile e consona anche alla crescita del paese. Ma Lotus non ci sta, le buone letture ne hanno rafforzato lo spirito critico e potenziato l’incapacità a uniformarsi a qualsiasi modello. Non rinunciare alle proprie idee e vivere secondo regole morali che nulla hanno a che fare con quelle ufficiali è per lei prioritario, anche a costo di finire a fare la cameriera e vivere in una sporca stanza nei sotterranei di un anonimo palazzone della periferia di Pechino. E’ la pena da pagare per rimanere liberi, per continuare a coltivare la ricchezza interiore a scapito dei guadagni materiali che una ragazza bella, intelligente e preparata come Lotus potrebbe facilmente avere.
Ma per cosa si batte Lotus? Solo per se stessa o per una Cina migliore? E’ evidente che la regista indica attraverso la sua protagonista la strada da seguire: un paese che aspira a essere la più importante forza economica del mondo deve saper lasciare ai cittadini la libertà di scegliere il proprio destino. In questo senso Lotus è la tipica rappresentante della gioventù intellettuale cinese posta di fronte al dilemma se utilizzare la cultura per ottenere pragmaticamente il massimo del profitto o seguire gli ideali con il rischio di trovarsi fuori dalla parte di società che conta. Un dilemma che si materializza nel bel finale del film, nel quale la giovane sconfitta incrocia quella che avrebbe potuto essere, cioè una donna ricca e affermata. O forse è il contrario, una Lotus divenuta pragmatica saluta per sempre la ragazza sognatrice che è stata.
(Angela Prudenzi)
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Liu Shu, 36 anni, è una regista, sceneggiatrice e produttrice cinese. Nata a Jining, nella provincia dello Shandong, attualmente vive a Pechino. Lotus è la sua opera prima.
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NOTE CRITICHE di Mariella Cruciani
Xiao He, coraggiosa e convincente opera prima della regista, sceneggiatrice e produttrice Liu Shu, ha come protagonista Xiao He, Loto (Tan Zhuo), insegnante di cinese in una piccola cittadina del nord della Cina. La ragazza del film è uno spirito libero e incoraggia, con le sue lezioni, gli studenti a pensare in maniera critica e indipendente. Per non rinunciare alle proprie idee e per sfuggire all’atmosfera opprimente di famiglia e del luogo in cui vive, Loto si trasferisce a Pechino. Qui comincia a lavorare in una redazione di un giornale ma, insofferente a qualsiasi limitazione, lascia presto l’incarico per lavorare, poi, come cameriera in un ristorante. Intanto Liu Xiangdong (Xu Mingzhe), quarantenne benestante, si innamora di lei e vuole sposarla. Quando Loto, pur non ricambiandolo, decide di accettare il suo amore, un poliziotto, che l’aveva aggredita sessualmente in precedenza, fa irruzione nella casa e arresta la ragazza per prostituzione. A questo punto il padre di Loto si precipita a Pechino per pagare la cauzione mentre la figlia singhiozza disperata, stretta tra la scelta di arrendersi e abbandonare i suoi ideali e quella di seguirli ad ogni costo, tagliandosi fuori dalla società e dal sistema.
Nella sequenza finale, una Loto sofisticata, ricca ed affermata incrocia e dice, simbolicamente, addio alla ragazzina sognatrice che è stata per lungo tempo. A proposito del personaggio e della vicenda del film, la regista ha commentato: “Conosco molte persone come la piccola Loto che, nella loro gioventù, hanno avuto degli ideali e hanno tenuto fede alla loro personalità e alla loro libertà. A poco, a poco, queste persone sono state schiacciate dal mercato, dal governo e, infine, la loro vita è sbiadita. Io ho vissuto con loro. Capisco molto bene la loro perseveranza, la loro inquietudine, le loro lotte, le loro disillusioni, i loro compromessi e la loro resa finale. Io sono una di loro”. E ha concluso: “Realizzare un film sul viaggio penoso di questi giovani dall’idealismo alla resa è stato il mio più grande desiderio, il mio impegno inarrestabile. Questo film è il mio grido angoscioso per la gioventù sconfitta della Cina!”.
(Mariella Cruciani)
di Redazione