Svinalägorna

Una famiglia felice in una mattina di festa. All’improvviso la giovane madre, Leena, riceve una telefonata che la informa che sua madre è ricoverata in gravissime condizioni. Contro la sua volontà, il marito decide di portarla, insieme alle due figlie ancora piccole, a trovare la donna. Per Leena è anche l’inizio di un doloroso viaggio interiore che la costringe a rievocare un passato cancellato con una forza di volontà impressionante. I genitori, due emigrati finlandesi che non si sono mai veramente sentiti a casa propria in Svezia, vivevano tra abuso di alcol e litigi violenti una passione devastante e cieca, mentre Leena e il fratellino cercavano di sopravvivere ciascuno a suo modo. La ragazzina vincendo gare di nuoto e annotando in un quadernetto i significati delle parole della nuova lingua, diversa da quella materna, il maschio chiudendosi in un suo mondo fino all’implosione. Per Leena, che ha scelto di perseguire la normalità a tutti i costi, mentendo a se stessa e agli altri, questa si rivela l’ultima occasione di affrontare quel mondo oscuro da cui proviene e che, nonostante tutto, le appartiene.

Ancora un’attrice che debutta dietro la macchina da presa (una consolidata tradizione per la Settimana della Critica): Pernilla August, la splendida interprete svedese di Fanny e Alexander e Con le migliori intenzioni, già l’anno scorso alla Sic nel quartetto di protagonisti di Una soluzione razionale, ha portato sullo schermo il bestseller Svinalängorna di Susanna Alakoski, tragica storia di una famiglia disfunzionale in una cittadina di provincia negli anni ’70. Protagonista Noomi Rapace, la giovane ribelle Lisbeth Salander della trilogia Millennium da Stieg Larsson, in un ruolo di donna che ha costruito la sua esistenza, apparentemente pacificata, sulla pervicace rimozione. Un personaggio per certi versi ibseniano, per il suo vano tentativo di costruire un’identità separata e autonoma rispetto al gruppo sociale e familiare di provenienza, anche a costo di mentire a se stesso, mentre la cruda verità resta una cicatrice forse invisibile ma certo non cancellabile. Una storia a suo modo semplice, raccontata con stile intimo e sincero, lasciando in primo piano le emozioni dei bambini, e le loro strategie di controllo delle emozioni, in un mondo di adulti travolti da voraci pulsioni primarie o arido conformismo. Un film segnato fortemente dalle straordinarie prove degli attori: accanto a Noomi troviamo il marito Ola Rapace, due celebri interpreti finlandesi come Ville Virtanen e Outi Mäenpää (vista in vari film di Kaurismaki) e la giovanissima e molto promettente Tehilla Blad, già rodata come alter ego di Noomi nella trilogia di Larsson.

Pernilla August, scoperta da Ingmar Bergman, che la volle tra gli interpeti di Fanny e Alexander nel 1982, dieci anni dopo ha vinto il premio per l’interpretazione al Festival di Cannes per Con le migliori intenzioni, diretto da Bille August, che è stato anche il suo secondo marito, film scritto dallo stesso Bergman. Tra i suoi lavori figurano Jerusalem sempre di Bille August, Conversazioni private per la regia di Liv Ullman. E’ stata Shmi Skywalker, la madre di Anakin Skywalker in due episodi della celebre saga di George Lucas, Star Wars. Tra le sue più recenti interpretazioni figura anche Una soluzione razionale di Jorgen Bergmark, presentato alla Sic 2009 in competizione. Ha lavorato anche in televisione e soprattutto a teatro, vincendo anche un British Drama Magazine’s come miglior attrice non protagonista per Amleto. Ha recitato in molti grandi classici al National Theatre di Svezia. Nel 2005 ha diretto il cortometraggio Time-Bomb.


di Redazione
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