Pin Cushion – Film d’apertura 32SIC

Il cinema che dimentica le sue radici di classe si perde. Per il suo esordio la talentuosa Deborah Haywood (classe 1971) riannoda con grande sensibilità un legame che in assenza di motivazioni forti è stato ridotto a mero segno sociologico o contenutistico. In Pin Cushion l’identità di classe si offre come un insieme di segni stratificati in un complesso tessuto affettivo e simbolico. Le due protagoniste del film, spinte ai margini della società del consumo, si sono costruite un universo di segni a parte. Ninnoli e soprammobili, piccole cose di pessimo gusto le definirebbe Guido Gozzano, colori sgargianti, e affetti di peluche per tenere a bada il mondo feroce che preme alle porte. Decenni di liberismo sfrenato, devastando la rete di solidarietà di quanto ancora resisteva della classe operaia, hanno prodotto un individualismo ferocemente competitivo che si riconosce solo nei più brutali segni del primato economico o estetico. Iona e sua madre Lyn sono delle escluse. Il “cattivo gusto” è contemporaneamente il motivo della loro esclusione sociale e la loro riconoscibilità di classe. Haywood, con la collaborazione della scenografa italiana Francesca Massariol, crea un mondo di colori acidi eppure morbido, protettivo: un mondo a parte, come un antro immaginato da Angela Carter. Ed è questo mondo che si scontra con quello esterno. Un confronto impari, ovviamente, fondato sulla esclusione di tutto quanto non rientra nei canoni dell’estetica dominante. Ancorate alla loro identità di classe, madre e figlia devono subire gli affronti di quanti l’hanno rifiutata ed esorcizzano il loro tradimento nella violenza. Frustrazione e repressione sessuale, feticizzazione della perfezione del corpo femminile, sono gli strumenti privilegiati dell’oppressione della donna sulla donna.
GIONA A. NAZZARO (dal catalogo della 32. Settimana Internazionale della Critica)
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Un racconto gotico tutto al femminile ambientato nella periferia della classe operaia inglese. Un film che reinventa “Piccole donne” come un circo della crudeltà fra le angosce sensuali di Angela Carter e il sentimento di riscatto di Ken Loach. Una favola nera ma coloratissima, come fosse una nenia inquietante musicata da Ennio Morricone o Daniela Casa.
Sinossi
Lyn e Iona, madre e figlia legatissime, sono entusiaste all’idea di una nuova vita in una nuova città. Dopo un inizio complicato, Iona diventa ‘migliore amica’ di Keely, Stacey e Chelsea. Lyn, abituata ad essere la miglior amica della figlia, si sente esclusa e tenta di fare amicizia con la vicina di casa, Belinda. Ma per quanto madre e figlia cerchino di convincersi che va tutto alla grande, la realtà è ben diversa e le due si rifugiano in un mondo di fantasie e bugie. Quando comprende la situazione, Lyn escogita un modo per punire le amiche di Iona, al fine di salvarla e tenerla al suo fianco… per sempre.
Deborah Haywood (1970) dopo il suo primo cortometraggio, Lady Margaret, è stata inserita dal magazine britannico Screen International fra le “UK Stars of Tomorrow” del 2007. Haywood ha scritto e diretto diversi cortometraggi tutti girati nei pressi della sua città natale, Swadlincote (Inghilterra). Fra questi, Sis è stato nominato ai British Independent Film Award (BIFA) ed è stato premiato al Soho Rushes Short Film Festival come Miglio Cortometraggio. Pin Cushion è il suo lungometraggio d’esordio, realizzato con il supporto del British Film Institute.
di Giona A. Nazzaro - Delegato generale SIC