Notte italiana – Evento Speciale

L’avvocato Otello Morsiani, su consiglio del suo amico d’infanzia Checco, accetta l’incarico dell’assessore padovano Melandri di stimare un patrimonio terriero sul Delta del Po destinato ad essere espropriato per far posto ad un parco naturale. Ben presto Morsiani scoprirà che in quel terreno, dove un tempo si estraeva il metano e dove ora il suolo rischia di sprofondare per l’impauperimento idro-geologico, si nasconde un mistero legato ad un omicidio che risale a vent’anni prima. Spinto dalla sua onestà cocciuta e dall’amore per una ragazza rifugiatasi in quei luoghi per sfuggire al suo passato nella lotta armata, l’avvocato metterà a rischio la propria vita, sacrificando anche le amicizie, per scoprire la verità.

L’opera di esordio di Carlo Mazzacurati, presentata a Venezia nella 4a edizione della Settimana Internazionale della Critica, mostra, a distanza di più di vent’anni, tutta la sua modernità e testimonia la straordinaria capacità da parte del suo autore di diventare, nel corso di una filmografia coerente, interprete e narratore del territorio e della società italiana, visti nel loro processo di trasformazione spesso traumatico. Il miglior Marco Messeri di sempre, nei panni di una sorta di Philip Marlowe del Polesine, armonizza attorno a sé un cast ricco di attori e caratteristi, da Remo Remotti che fa il benzinaio-meccanico dal comportamento ambiguo, al grande Tino Carraro nei panni dell’assessore; da Mario Adorf che fa l’imprenditore Tornova (“il meglio dei polli e delle uova”), al cameo di Memè Perlini; fino alla giovane ma all’epoca lanciatissima Giulia Boschi nei panni di Daria, la affascinante ragazza di cui Otello si innamora, apparizione emblematica e sofferta di un passato politico che affonda le sue radici nell’autobiografia dell’autore. Attingendo con passione dal racconto ottocentesco e insieme dal cinema classico, con esplicite citazioni da Antonioni e da Visconti, ma anche dalla tradizione “eastern” alla John Ford, dove al posto delle praterie c’è il paesaggio italiano del nord est, sorta di non luogo vuoto, grigio e piovoso, ritratto con insolito gusto pittorico, Notte italiana è un film che ancora oggi sorprende per la sua perfetta mescolanza dei toni del noir e della commedia, ma soprattutto per la sua spietata analisi morale dei mali endemici di un’Italia non ancora sconvolta dallo tsunami Mani Pulite.

Primo film prodotto dalla allora neonata Sacher Film di Nanni Moretti e Angelo Barbagallo, il film viene riproposto a Venezia nell’ambito dei festeggiamenti per la 25ma edizione della SIC in una nuova versione ristampata in 35 mm.

Carlo Mazzacurati, nato a Padova nel 1956, si laurea al DAMS di Bologna. Nel 1979 dirige, in 16mm, Vagabondi. Si trasferisce a Roma dove collabora alla stesura di varie sceneggiature e scrive storie per la tv. Il suo primo film come regista, Notte Italiana, presentato alla Settimana della Critica di Venezia, vince il Nastro d’Argento e il Ciak d’oro nel 1987. Due anni dopo Il prete bello, tratto dal romanzo omonimo di Goffredo Parise, vince il Primo Premio al Festival di Annecy. Nel 1992 Un’altra vita, viene presentato al Festival di Venezia. Il film successivo, Il toro, è premiato a Venezia con il Leone d’argento e la coppa Volpi al miglior attore non protagonista (Roberto Citran). Nel 1996, sempre a Venezia, presenta in concorso Vesna va veloce; nel 1998 realizza L’estate di Davide e nel 1999 lavora, insieme Marco Paolini, a Ritratti, dialoghi con importanti personaggi della cultura veneta. La lingua del Santo è stato presentato ancora a Venezia nel 2000. Dopo A cavallo della tigre e L’amore ritrovato, il regista padovano nel 2007 realizza La giusta distanza, che si aggiudica il Nastro d’argento per il miglior soggetto.


di Redazione
Condividi