Martha
Città del Messico, estrema periferia. Dopo trent’anni di lavoro Martha, oscura archivista di una compagnia assicurativa, viene rimpiazzata da una giovane segretaria e da un computer. Per la donna, settantacinquenne priva di affetti familiari, è un vero e proprio shock. Le sue giornate infatti sono riempite esclusivamente dall’impegno in ufficio e dalle cure che presta a un’anziana vicina di casa afflitta da gravi problemi di salute. Ad acuire il sentimento di disfatta esistenziale giunge improvvisamente anche la decisione da parte dell’amica di lasciare la città per andare a vivere lontano con la figlia. Disperata Martha decide di regalarsi un’ultima settimana presso l’agenzia prima di togliersi la vita. Ma il destino ha per lei in serbo ancora altre sorprese.
Di fronte a cosa e quando decidere che si è arrivati al capolinea? Marcelino Islas Hernández costruisce il proprio film intorno a questa domanda e per trovare una riposta precipita la sua protagonista in una spirale che la porta sempre più in basso. Il licenziamento, il distacco dall’amica, la presa di coscienza della propria solitudine convergono tragicamente verso l’assenza di un domani. Lenti slittamenti seguiti dal regista con uno sguardo costantemente attento a catturare al contempo i lati surreali dell’esistenza, la tragica comicità degli eventi, la grottesca ma drammatica realtà della vecchiaia. Martha è il paradigma del declino fisico e mentale e pure il suo opposto. E’ la maschera disperata di chi giunto vicino al capolinea tenta di accelerare la corsa senza accorgersi che la fermata finale non è poi vicina come sembra. Della morte ci si può fare beffa esattamente come la morte si fa beffa della vita. Se l’anziana impiegata impari la lezione il film non lo dice, si limita a spiazzare lo spettatore lasciandola libera di vagare in un universo urbano finalmente meno chiuso e soffocante. Un esordio riuscito e spiazzante quello di Islas Hernández, che nel solco di una felice tradizione del cinema messicano coniuga con mano sicura la commedia nera con il grottesco e il dramma. Risultato ottenuto anche grazie alla interpretazione di Magda Vizcaino, in grado di tratteggiare al meglio un personaggio amaramente segnato da un doloroso distacco dalla vita e dalle sue emozioni.
Marcelino Islas Hernández è nato nel 1984 a Ciudad Satélite. Diplomato presso il Centro di disegno, cinema e televisione dell’Università di Città del Messico, si è specializzato in regia. Di recente è stato selezionato come membro del Guadalajara Talent Campus, organizzato dalla Berlinale e dal Guadalajara International Film Festival. Martha è il suo film di esordio, attualmente sta lavorando come produttore a tre progetti: La Castración di Ivan Löwenberg, Historia se repite di Jorge Bolado e il documentario El Güero di Gabriela Gómez Mont.
di Redazione