Love Is A Gun
La recensione di Love Is A Gun, di Lee Hong-Chi, a cura di Elisa Baldini.
“Adesso puoi espandere i tuoi orizzonti.” Dicono tutti a Sweet Potato, giovane aspirante boss uscito da poco di prigione dopo aver sparato a un uomo. Per poter ricominciare con un lavoro decente e una condotta dignitosa, però, Sweet Potato ha bisogno del “Certificato di Cittadino Modello”, richiesto a ogni colloquio lavorativo per legge, e la sua permanenza in carcere gli nega a priori questa possibilità. Ricominciare da cosa, quindi? Espandere le prospettive a partire da dove?
Lo sguardo liquido di Lee Hong-Chi (attore taiwanese qui alla sua prima regia) si posa, insieme alla macchina da presa, sui pochi oggetti neutri di un paesaggio corrotto: una tartaruga, la spoglia casetta sul mare lasciatagli in eredità dalla nonna, le onde che si infrangono sulla battigia in giornate grigie dove il sole è dietro le nuvole, la spiaggia puntellata di rifiuti, il cielo nero, fatto brillare dai fuochi d’artificio che piacciono tanto a Seven (Lin Ying Wei), affascinante ex compagna di scuola che vive sola in una casa enorme dopo che i suoi genitori sono morti in un misterioso incidente stradale.
È tutto un problema di soldi, come succede spesso: soldi per ristrutturare casa o comprarne un’altra, soldi per costruirsi un futuro, soldi per pagare i debiti propri e di sua madre. Nonostante ciò, durante il film, vediamo il protagonista chiederli, e poi liberarsene più volte, dopo averli ricevuti. L’unica cosa di cui Sweet Potato non riesce a liberarsi è la pistola che ha segnato il suo destino: “La cosa più di valore che possiedo.”
Love Is A Gun è un noir esistenziale e languido il cui ritmo è smorzato dall’andamento acquoso e malinconico dei pensieri del protagonista, di cui non veniamo messi a parte (la voice over in prima persona ci racconta solo alcuni eventi del suo passato), ma di cui possiamo sentire il battito. “La prigione ti ha fatto diventare un pappamolle!”, gli dicono a più riprese i vecchi “amici”, mentre egli guarda quasi sempre altrove, cercando di sbrigliarsi da un trito gioco di ruolo che continua a tentarlo. L’amore è una pistola: il brivido di puntarla alla testa di qualcuno e scoprire se è carica, scrivere “FUCK” sulla sabbia, invece che “ti amo”. Tenere finalmente tra le mani la pulsione alla vita, quando ti sembra di averne già abbastanza.
di Elisa Baldini