Light Years (Anni luce)
Mamma è in una casa di cura e la piccola Rose, 8 anni, vuole farle visita. Ma nessuno la accompagnerà. Come un fantasma alle prime luci dell’alba, il padre scompare dall’isolata casa di famiglia. Nel frattempo la sorella maggiore, Ramona, attende un ragazzo che non arriverà mai e il fratello Ewan entra in contatto con inquietanti visioni mentre il mondo reale si dimentica di lui. Ma Rose sa che una famiglia è come una costellazione, tutta interconnessa, anche quanto tutti sembrano distanti anni luce l’uno dall’altro.
L’immaginazione che protegge dal dolore. Da piccoli è la regola aurea che la coscienza dell’adulto distrugge. Eppure quel “fanciullino” può riemergere, basta saperlo cercare nella leggerezza di un dettaglio o di uno sguardo. Light Years si affida a questo. Nella splendida ambiguità di un termine dalla duplice valenza, gli anni di Rose, Ramona ed Ewan sono tanto “leggeri” quanto ancora distanti “anni-luce” dalla perdita dell’innocenza. In quest’ottica, i cinque membri della famiglia del film diventano una costellazione di immaginifica incoscienza, così come lo sguardo puro della piccola Rose, 8 anni, riesce a configurarli. Sublime, tenero e caratterizzato da una regia matura, Light Years lavora nell’intimo di un’universalità a cui nessuno può sfuggire.
Esther May Campbell raccoglie premi e consensi fin dagli esordi come sceneggiatrice e regista di cortometraggi e video musicali. Nel 2008 scrive e dirige September, prodotto dal UKFC, che le frutta un premio Bafta come Miglior Cortometraggio e decine di premi a livello internazionale. Questo successo la porta a lavorare prima alla serie tv Skin per Channel 4 e poi nel 2011 a girare per BBC1 un episodio della serie Wallander con Kenneth Branagh, visto da oltre 5 milioni di telespettatori. Gestisce un progetto di cinema comunitario per i bambini di Haiti e continua a collaborare ai video musicali dei migliori musicisti underground inglesi. Light Years è il suo lungometraggio d’esordio.
di Redazione