Scoop
Diavolo d’un Woody Allen. Con poco o niente di nuovo, lavorando in qualche modo al risparmio e concedendosi una sorta di pausa rispetto a Match Point, riesce comunque a costruire un buon film, leggero e divertente ma non per questo superficiale. Scoop è una commedia venata di giallo – più che un giallo venato di commedia – in cui tutti gli elementi sono al posto giusto. Scarlett Johansson, già apprezzata in Match Point, è fresca e affascinante nella parte di Sandra, aspirante giornalista americana in trasferta a Londra, improvvisatasi investigatrice dopo aver ricevuto una sorprendente rivelazione dall’aldilà. Woody Allen è convincente e più malinconico del solito nel ruolo di Sid, in arte Blandini, illusionista da strapazzo, buffo e tenero complice di Sandra. Hugh Jackman, l’ottimo Wolverine della serie X-Men, è del tutto credibile come affascinante rampollo con parecchie cose da nascondere. La storia procede lieve e ritmata, punteggiata di battute efficaci (Sid, ebreo per nascita, afferma di essersi <>) e di un’atmosfera sospesa e disillusa.
Le ragazze prese di mira dal killer dei tarocchi muoiono, mentre Blandini ogni sera ripete il suo repertorio davanti a un pubblico di sempliciotti. Sandra sogna la carriera e ancor più l’amore, ma non potrà avere entrambe le cose. Dietro dimore scintillanti si può nascondere l’orrore e la tragedia può essere lì dietro l’angolo, terribilmente banale.
Collegandosi ad alcuni dei temi di Match Point, e recuperando atmosfere di altri suoi film come Misterioso omicidio a Manhattan e La maledizione dello scorpione di giada (da quest’ultimo sembra provenire l’omaggio al mondo dell’illusionismo), Woody quasi non noncuranza costruisce un film che sembra non avere particolari ambizioni e che ha anche qualche difetto (ad esempio il personaggio, decisamente pleonastico, dell’amica inglese) ma che è coinvolgente, divertente, amaro, elegante. Non è poco, anzi è molto.
di Anna Parodi