Rodeo

La recensione di Rodeo, film d’esordio di Lola Quiviron, a cura di Ignazio Senatore.

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Piacerà agli appassionati delle moto da cross, a quei spericolati che, capelli al vento e senza casco, impennano, sgommano e fanno acrobazie con le loro 125, fino a rischiare di rompersi il collo, Rodeo, film d’esordio di Lola Quiviron.

Protagonista è Julia (Julie Ledru), una randagia, dal carattere tosto e dalle risposte sempre pronte e taglienti, che ama talmente le due ruote che al collo ha come gingillo un piccolo pistone. Testarda e cocciuta, riesce ad aggregarsi ai B-mores, un gruppo di ladruncoli, patiti per le due ruote, che, in un garage di proprietà di Domino, rinchiuso in galera, dopo aver cambiato targa e numero di telaio, riciclano le moto da cross rubate. Nonostante abbia rotto i ponti con madre e fratello e sia perennemente senza un soldo in tasca, Julia riesce a procurarsi sempre una moto da cross nuova di zecca.

Domino scopre qual è la sua specialità; lei, infatti, contatta chi posta in Rete una moto da vendere, si presenta all’appuntamento e, con la scusa di voler provare la moto prima di comprarla, sgomma e lascia l’ingenuo e improvvido venditore con un palmo di naso. Diventerà amica di Ophelie (Antonia Buresi), moglie di Domino e madre di Kilyan, un ragazzino che la fa dannare e, per conto di Domino, che in cambio della possibilità di dormire su un divano del garage, continuerà a rubare moto sempre più potenti. Il finale non potrà essere che tragico.

Quiviron mostra più volte i componenti della gang in sella alle loro fiammeggianti moto e s’affida ai tipici dialoghi giovanilisti di chi vive nelle banlieue francesi. La regista indugia spesso sui primissimi piani di Ledru, animale selvatico, introversa e in grado di imporsi e farsi largo in un gruppo chiuso fatto di soli uomini. Quiviron diserta il sentimentale e non regala a Julia neppure una fugace storia d’amore. Cuore di pietra, Julia, infatti, non cede alla corte di Kais (Yannis Lakki) che, timidamente, le lascia intendere di essersi preso una cotta per lei.

Dopo un inizio schioppettate, il ritmo cala e un robusto taglio in sede di montaggio avrebbe reso più fluida e scattante la vicenda che non riserva poi nessun altro colpo d’ala. Da incorniciare però la scena di Abra, uno dei riders morto mentre era in sella ad una moto, che compare in sonno a Julia e le dice: “La morte, più ci pensi meno baci l’asfalto. Acceleratore, freno, Vai!”.


di Ignazio Senatore
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