Pare parecchio Parigi
La recensione di Pare parecchio Parigi, di Leonardo Pieraccioni, a cura di Ignazio Senatore.
Bernardo (Leonardo Pieraccioni) lavora in un maneggio di cavalli, Ivana (Giulia Bevilacqua) è impegnata in ristrutturazioni edili e Giovanna (Chiara Francini) ha una passione per i toy boys. Il loro papà Arnaldo (Nino Frassica), il noto professore Cannistracci che non vedono da cinque anni, è colto da un infarto. I tre accorrono in ospedale e il medico comunica loro che all’anziano genitore, ormai ipovedente, restano pochi giorni da vivere. Per il dottore, il paziente, seppur dimesso, non deve allontanarsi eccessivamente dall’ospedale, ma i tre decidono di realizzare il vecchio sogno del papà: partire tutti insieme per Parigi. Noleggiano, allora, un camper e, pur rimanendo nel maneggio di Bernardo, fingono di partire insieme per la Ville Lumiere. Prevedibilmente, ne succedono delle belle.
Come ormai accade nella stragrande maggioranza delle commedie italiche, anche il prolifico Pieraccioni, alla quindicesima regia, impagina un film che, grazie a un’idea gustosa, parte a razzo. Dopo il frizzante e piacevole avvio, la trama si sfilaccia, diventa inconsistente e le trovate, poco plausibili, fanno perdere quota alla vicenda, proprio come accade all’areo sul quale viaggia Bernardo, che racconta al comandante, al copilota e all’hostess, la vicenda che lo vede protagonista assieme al papà e alle sorelle.
Qualche battutina prova a farsi largo tra i dialoghi (in toscano), infarciti da espressioni scurrili, entrate ormai a far parte del gergo corrente. Nei titoli di coda, Pieraccioni informa lo spettatore che la vicenda è tratta da una storia vera, ma ciò non basta a rendere credibile uno script inverosimile e irrealistico. Con l’avanzare dell’età, il regista toscano non ha più il faccione morbido e di gomma che attirava le simpatie del pubblico, e Francini e Bevilacqua, seppur vittime di personaggi banali e abbozzati, reggono bene i tempi della commedia. A rubare la scena è, come sempre, l’impareggiabile Nino Frassica. Particina per Ceccherini.
di Ignazio Senatore