Millenium Mambo
Millenium Mambo, di Hou Hsiao Hsien, non è affatto il capolavoro di cui ha scritto la stampa francese, in occasione di Cannes 2001.
E non è nemmeno il film che ci si potrebbe aspettare a partire dalle struggenti dichiarazioni dell’autore, considerato da molti come il più importante regista di Taiwan.
Hou Hsao Hsien ha, infatti, affermato di voler raccontare la storia di Vicky, l’infelice protagonista di Millenium Mambo, avendo nella mente l’immagine “di una foglia cadente che si ferma per l’eternità nel momento stesso in cui noi la guardiamo fissamente con comprensione e tenerezza.”
In realtà, riesce davvero difficile affezionarsi alla sua eroina e alle sue travagliate vicende esistenziali e sentimentali.
In altre parole, Hou Hsiao Hsien annulla, o quanto meno non sfrutta a pieno, la drammaticità insita in una relazione distruttiva, come quella esistente tra Vicky e Hao-Hao, il suo fidanzato. In alcune sequenze, il rapporto, fortemente ambivalente, tra i due richiama, per analogia, alla memoria dello spettatore opere importanti come Le lacrime amare di Petra von Kant.
Ma Hou Hsiao Hsien non è, evidentemente, Fassbinder e il dramma interiore dei personaggi finisce per essere diluito, o congelato, in sequenze da videoclip o da pubblicità.
A limitare ulteriormente la tensione drammatica contribuisce, poi, la voce fuori campo che commenta in maniera pedissequa i fatti.
In conclusione, l’aspetto più interessante di questo sopravvalutato film, risiede, probabilmente, nella scelta e nell’utilizzo originale della musica techno, che accompagna e scandisce le vicende dei personaggi, creature urbane e notturne alla deriva.
di Mariella Cruciani