Lo Hobbit: Un viaggio inaspettato

Basato sulle due differenti edizioni de “Lo Hobbit o la riconquista del tesoro” (The Hobbit, There and Back Again): il romanzo scritto da John Ronald Reuel Tolkien pubblicato il 21 settembre 1937 e il parziale rifacimento realizzato dall’autore stesso per meglio anticipare i temi portanti (fra cui, ovviamente, il motivo dell’anello) de “Il Signore degli Anelli” (The Lord of the Rings, pubblicato tra il 1954 ed il 1955 in 3 volumi), il film diretto da Peter Jackson raggiunge i livelli della perfezione estetica.

La nuova tecnologia a 48 fotogrammi al secondo regala una definizione di immagine notevolissima ed evita il problema della messa a fuoco in presenza di movimenti vorticosi della macchina da presa. A questo si aggiunga che nel cast tecnico ci sono dei veri maghi degli effetti quali Joe Letteri – Kink Kong, Le avventure di Tin Tin, Il Signore degli Anelli – ed Eric Saindon – Avatar, King Kong anche lui Il Signore degli Anelli – che hanno saputo aggiungere alla tecnologia un substrato di poesia. Come se non bastasse, ci sono le immagini di Andrew Lesnie, le scenografie di Dan Hennah, Peter Swords King e Richard Taylor responsabili di parte degli effetti: tutti, compreso Lettieri, hanno vinto l’Oscar lavorando ne Il Signore degli Anelli.

Il risultato finale è bello, ma suona di falso, con una perfezione che alla fine si autoincensa dimenticandosi di essere al servizio del film. Certe immagini sono troppo luminose, danno la sensazione di quelle foto fatte di notte senza flash e che l’elaborazione automatica rende innaturalmente simili ad una falsa illuminazione solare: si perde la profondità delle inquadrature, manca il contrasto tra primo piano e fondale. E’ stata una scelta molto contestata fatta da Jackson, il quale era stato sconsigliato dai suoi collaboratori di sempre.

Ricordiamo che il regista neozelandese, pur avendo fatto benissimo con i film tratti dagli altri libri di Tolkien, è una seconda scelta, inizialmente doveva essere diretto dal messicano Guillermo Del Toro che, a causa dei continui ritardi, nel maggio del 2010 ha abbandonato il progetto ma è rimasto comunque tra gli autori della sceneggiatura. La scelta, da molti imputata ai produttori, ha sicuramente dato continuità stilistica a questa prima parte dell’ulteriore triade tolkeniana, Lo Hobbit: La desolazione di Smaug è previsto per il 2013 e Lo Hobbit: Andata e ritorno per l’anno successivo, ma non ha permesso una lettura dell’opera dello scrittore e studioso inglese differente, probabilmente più interessante.

I timori, probabilmente infondati, che non ottenga il riscontro dei precedenti, si leggono anche dalle dichiarazioni del regista che ‘pubblicizza’ il DVD del film. Sostiene che ci sono diverse scene presenti nei trailer che non hanno trovato spazio nell’edizione per il grande schermo e che rivedremo nell’edizione Home Video che durerà una ventina di minuti in più. Più precisamente, ci svela che “l’edizione estesa è già pronta” e che “ci sono alcune scene che erano davvero belle. In una, ambientata a Gran Burrone, i nani mancavano di rispetto agli elfi, ed era davvero divertente. Gli elfi tendono ad essere un po’ pomposi e si prendono molto sul serio: trovavo divertente il fatto che questi nani avessero l’opportunità di infastidirli.
Poi ci sono diverse scene con Barry Humphries (il Grande Orco), stava scadendo il tempo a nostra disposizione e abbiamo dovuto saltarle, ma erano scene davvero divertenti”.

Non ci ricordiamo di avere sentito una così pesante promozione del DVD prima che il film fosse giunto sugli schermi. E ci sembra un po’ poco per convincere gli acquirente dire che mancano scene “divertenti”.
Lo Hobbit contiene molti dei punti importanti della narrazione della Terra di Mezzo; seppure abbozzati, ci sono quasi tutti i temi così bene sviluppati nelle opere successive. Semmai, è molto differente il modo in cui le vicende vengono narrate. Qui si ha l’impressione di essere di fronte ad un romanzo per under 12 anni, una specie di fiaba Fantasy. E queste, probabilmente, doveva essere l’intenzione dello scrittore.

Rispettando queste atmosfere, i realizzatori del film capitanati da Jackson realizzano un prodotto gradevole ma non interessante, bello ma non completamente coinvolgente.
Dapprima, senza fretta, si racconta degli inizi della vicenda di Bilbo Baggins, dei rapporti non felici coi suoi compagni di ventura, di Gandalf che sembra un po’ sadico perché li lascia soli nel momento del bisogno. Occorre giungere alla metà del film per avere l’inizio dell’azione ed un fugace incontro con gli Elfi. Poi scene d’azione, mostri vari che divertono, varie strizzatine d’occhio al pubblico che sembra gradire.

La seconda trilogia tolkeniana ha un impianto tecnologico piacevolissimo, scene perfettamente create ricordando le architetture di Escher, un budget milionario che traspare in ogni scena. Eppure manca il fascino, la vera immedesimazione in relazione a quanto accade sullo schermo. Probabilmente, la forzatura di proporre cose già note grazie a tutti con la speranza di stupire lo stesso, è stato un vero fallimento.

Ottime le prove di Martin Freeman convincente Bilbo giovane, Sylvester McCoy delizioso stregone bruno Radagast ambientalista che vive per gli animali e Richard Armitage il bravissimo Scudodiquercia re dei nani Thorin, ma non bastano per dare vigore ad un’opera narrativamente asfitica.

Anche questa volta c’è un cammeo del regista Peter Jackson: è ad Erebor, vestito da nano, in fuga da Smaug mentre il drago si scaglia sulla Montagna Solitaria sputando fuoco…
Per questioni squisitamente commerciali, quanto scritto da Tolkien doveva essere diviso in due film ma ora verrà proposto in tre. Che dire, speriamo possano correggere qualcosa e rendere lo spettacolo più interessante.

TRAMA

Bilbo Baggins, giovane e tranquillo abitante della Contea, riceve la visita del mago Gandalf il Grigio che lo vuole coinvolgere nella ricerca del Regno Nanico di Erebor. A sorpresa, giungono a casa sua tredici nani capeggiati dal leggendario guerriero Thorin Scudodiquercia che, grazie all’intervento del mago, lo convincono a partire per un’avventura che li porterà ad attraversare terre piene di pericoli abitate da Goblin ed Orchi, esseri mutanti e stregoni, indomabili Warg e Ragni Giganti, fino a raggiungere l’Est e le aride terre della Montagna Solitaria. Nei tunnel dei Goblin Bilbo incontrerà Gollum, la creatura che gli cambierà la vita per sempre. Con la sua compagnia ed aiuto, riuscirà a impossessarsi del tesoro di Gollum, un anello d’oro che possiede qualità particolari che è legato alle sorti della Terra di Mezzo.


di Redazione
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