Lezioni di volo
“Un film d’avventura senza tigri e leoni”: così la stessa Archibugi ha definito il suo Lezioni di volo.
Va precisato, però, che l’avventura di cui parla è, nonostante l’ambientazione esotica, essenzialmente interiore: Pollo (Andrea Miglio Risi) e Curry (Tom Karumathy), i due diciottenni protagonisti della storia, infatti, più che con le bellezze e le miserie indiane, devono fare i conti con se stessi, con le proprie incertezze e fragilità, ma anche con le proprie risorse. In questo senso, il viaggio in India costituisce per i due ragazzi il pretesto per distaccarsi dalla vita quotidiana che protegge e rattrappisce e per proiettarsi in una dimensione “altra”.
Sono queste,probabilmente, le lezioni di volo di cui sentono il bisogno i due giovani amici, ma anche gli altri protagonisti del film: tutti, indistintamente, vivono un momento decisivo della propria esistenza e sono costretti a prendere posizione.
Deve decidere che fare di sé Chiara (Giovanna Mezzogiorno), la dottoressa che, dopo l’incontro con Pollo, non sa se tornare indietro nel tempo o accettare la maturità, ma anche Leone (Flavio Bucci), padre di Pollo, alle prese con la morte in arrivo. Il volo da prendere, allora, non riguarda solo i ragazzi, ma i personaggi tutti, e anche chi guarda: alternando, attraverso il montaggio, il mondo romano dei genitori e l’India dei figli, la Archibugi spinge lo spettatore a riflettere su valori, stati d’animo e sentimenti, individuali e collettivi. Il tutto, senza mai cadere nella retorica o nei luoghi comuni, e mantenendo sempre, invece, una certa leggerezza, delicatezza, ironia.
Un film ben scritto e ben diretto, che non scivola mai nel genere “adolescenziale- liceale”, attualmente tanto in voga; un film in cui la camera stringe sui volti degli attori per renderceli più vicini e farci sentire meno soli di fronte alle piccole, grandi scelte della vita di ogni giorno.
di Mariella Cruciani