La donna che riapriva i teatri
La recensione di La donna che riapriva i teatri, di Francesco Ranieri Martinotti, a cura di Ignazio Senatore.
Presentato al Torino Film Festival, nella sezione “Ritratti e paesaggi”, La donna che riapriva i teatri di Francesco Ranieri Martinotti racconta una vicenda ambientata a Prato, città che diede i natali a Francesca Bertini, indimenticabile diva del muto, e a Clara Calamai, nota per aver mostrato per pochi secondi il seno ne La cena delle beffe di Alessandro Blasetti, primo nudo del cinema italiano. Al centro della narrazione il Teatro Politeama.
Bruno Bianchini, sportivo divenuto ricco e famoso, grazie al gioco del pallone ad elastico, piuttosto che sperperare i soldi in donne e champagne, affidò al giovane Pierluigi Nervi la costruzione di un teatro per i poveri che fungesse da contro-altare al Metastasio, frequentato in città dai ricchi borghesi. Il geniale Nervi arricchì la struttura con l’innovativa apertura del tetto sulla platea e il Politeama fu inaugurato il 2 aprile del 1925, con la rappresentazione de La Tosca di Giacomo Puccini. Anni dopo, però, fu costretto a chiudere i battenti, perché non garantiva le necessarie misure di sicurezza e messo in vendita, con destinazione d’uso commerciale. Qui entra in campo una donna tenace, coraggiosa e battagliera; Roberta Betti, una passione da sempre per la musica e il pianoforte. Diciottenne, compose una canzone “Napoli into a luna”, selezionata a partecipare all’allora Festival di Napoli. Per i soliti giochi di potere, il brano fu poi sostituito con uno di un certo Ricordi e lei, delusa, abbandonò le velleità artistiche. Indomita, con Elvira Trentini, la socia, mise su un’impresa di pulizie. Ferita a morte per la decisione del Comune di trasformare il glorioso Politeama in un garage, la compianta Betti mobilitò la città, contattò degli investitori e, dopo aver costretto il Comune a fare marcia indietro sulla destinazione d’uso del teatro, lo rimodernò e lo riaprì il 2 gennaio 1999 riproponendo La Tosca di Puccini.
A narrare questa palpitante storie è Drusilla Foer, che mosse i primi passi artistici, proprio al Politeama. Non mancano le accorate testimonianze di Simona Marchini, direttrice artistica di Arteinscena, Giovanni Caccamo e Franco Godi. Nel dirigere questa toccante storia di resistenza civile, in un’epoca dove i cinema e i teatri chiudono sempre più, trasformati in supermercati o in sale Bingo, Maritnotti, direttore del festival France Odeon, presidente dell’Associazione Nazionale Autori Cinematografici, arricchisce la narrazione con dei preziosi e gustosi filmati di repertorio e lascia che una giovane compagnia di attrici metta in scena, un musical che narri la vicenda della Betti e dello storico teatro pratese.
di Ignazio Senatore