L’espulsore

La recensione di L'espulsore, di Carlo Fusco, a cura di Ignazio Senatore.

Ne L’impulsore di Carlo Fusco, Matteo, dopo aver cenato a casa di Lisa. la fidanzata, ha con lei un’accesa discussione: lui vuole partecipare a un concorso e lei si oppone. Matteo, poi, sale al piano superiore per immergersi nella vasca da bagno. Si ode un trambusto. Matteo sta male; è pallido, si lamenta e bisognerebbe chiedere immediatamente l’intervento del 118. Gaetano (Franco Vella), carabiniere dei Servizi Segreti, padre di Lisa, però, confabula con i familiari e prende tempo. Dopo diversi minuti, telefona al 118 e, mentendo, informa l’operatrice che il ragazzo, cadendo dalla vasca, si è procurato una ferita a un braccio con un pettine ed è in preda ad un attacco di panico. Arriva l’autoambulanza, ma è subito chiaro che il ragazzo è pallido e bradicardico. Giunti in ospedale, Gaetano conferma al medico la versione dei fatti fornita al telefono e, solo in un secondo momento, quando comprende che le condizioni del ragazzo sono critiche, svela al dottore che il ragazzo è stato colpito da un proiettile, partito accidentalmente dalla sua pistola. Le condizioni del ragazzo sono disperate e il medico decide di trasferirlo in elicottero in un altro ospedale, ma la corsa è vana.

Fusco s’ispira a un fatto di cronaca realmente accaduto (il caso Vannini – Ciontoli, avvenuto a Ladispoli nel 2015) e dirige una pellicola lastricata da buone intenzioni ma debole da un punto di vista visivo. Il film ha dei passi diversi; nelle prime battute rasenta il giallo, cede poi al documentario e termina come una sorta di legal movie. Troppe le scene di raccordo che, inevitabilmente, rallentano la fruizione del film ed é fastidiosa la scelta del regista di mostrare un Matteo eccessivamente lamentoso. Una storia che meritava una regia dal ritmo più febbrile e sincopato e che, soprattutto, non avrebbe dovuto mostrare, già dalle prime battute, la reale dinamica dei fatti: Gaetano aveva sparato al ragazzo in un impeto d’ira.

Lodevole però il tentativo del regista di mostrare come la follia di Gaetano sia coperta e giustificata dai propri familiari, preoccupati più della conseguente perdita del lavoro del genitore che per la tragica sorte di Matteo. Nel cast Leva Lykos, Daniela Pupella e Francesco Russo. Il titolo fa riferimento a un meccanismo presente sulle armi da fuoco.


di Ignazio Senatore
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