Kursk

La recensione di Kursk, di Thomas Vinterberg, a cura di Mariangela Di Natale.

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Una dolorosa storia con una nota romantica e politica, senza la retorica dell’eroismo. Tra dramma umano e indignazione, Kursk si ispira alla vicenda vera del sottomarino russo, K-141 Kursk, che durante un’esercitazione nell’agosto del 2000, a causa dell’esplosione di un siluro, si inabissò a 108 metri sul fondo del mare di Barents, causando la morte di 118 persone a bordo. Il film, presentato nel 2018 alla Festa del Cinema di Roma e in sala dal 27 luglio 2023 grazie a Movie Inspired, ricostruisce nel dettaglio l’incidente che imprigionò ventitré marinai a bordo del  sommergibile nucleare russo nelle acque gelide artiche. 

Tratto dal romanzo A Time to Die: The Untold Story of the Kursk Tragedy del giornalista statunitense Robert Moore, adattato da Robert Rodat, lo  sceneggiatore di Salvate il soldato Ryan, è prodotto da Luc Besson e diretto dal regista danese Thomas Vinterberg. L’autore firma un ritratto, tra realtà e finzione, di coraggiosi marinai all’interno del sottomarino che combatterono fino alla fine per sopravvivere, della lotta estenuante dei loro familiari nella speranza di salvare i propri cari e degli ostacoli burocrati  della marina russa. Si tratta del più grande incidente della storia navale, in cui il governo russo, dettato probabilmente dalle scarse probabilità di trovare vivi i militari o forse per proteggere l’immagine della marina, rifiutò l’intervento di nazioni estere per cinque giorni. Quando accettarono l’offerta di soccorso (da parte di Inghilterra e Norvegia) ormai era troppo tardi per salvare l’equipaggio.

Il Kursk, considerato inaffondabile, era l’orgoglio della flotta del nord e uno dei più moderni sottomarini in dotazione alla navigazione sovietica. Sebbene ancora oggi non vi siano notizie certe sulla dinamica del disastro, poiché senza  superstiti nessuno sa cosa sia realmente accaduto, la produzione belga per la ricostruzione della vicenda si è avvalsa di consulenti russi ed esperti di sommergibili come Ramsey Martin e l’ammiraglio della marina britannica David Russell, che tentò in tutti i modi di salvare gli uomini del sottomarino.

Questo kolossal europeo mette in risalto la tragicità della Storia attraverso il disperato grido d’aiuto dei superstiti (con i colpi nello scafo del sottomarino), dimostrando come gli interessi politici e l’orgoglio nazionalista prevalgono sempre a discapito dei più deboli. Una pellicola d’azione e drammatica, che tiene col fiato sospeso, che  tocca temi politici, che parla di sentimenti, ma soprattutto che si sforza di cercare la verità, anche se tuttora le vere cause del disastro restano in parte misteriose. Ben lontano dal solito disaster-thriller subacqueo, il Kursk di Thomas Vinterberg, cofondatore del leggendario movimento cinematografico Dogma 95, tocca temi ricorrenti come la famiglia, l’amore, la giustizia e l’indignazione politica, ma soprattutto riprende una questione di straordinaria attualità, quale la questione degli armamenti e la concorrenza bellica fra le diverse nazioni.


di Mariangela Di Natale
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