Küf (Mold/Muffa) – Film della Critica in uscita

Potrebbe essere stato il fato, come crede Basri, a farlo sopravvivere a differenza dei suoi fratelli maggiori nati morti o morti dopo pochi giorni. Di sicuro però suo figlio Seyfi Aydın non è per una casualità che è scomparso da diciotto anni. Studente all’università di Istanbul, dopo tre anni, improvvisamente, di lui si sono perse le tracce. Era la metà degli anni Novanta. Basri aveva raggiunto la capitale con la moglie, ma non era riuscito a sapere niente. L’unica notizia data loro dalla polizia era che il ragazzo era diventato un ribelle antigovernativo, era stato fermato dagli agenti, ma poi se ne erano perse le tracce. La moglie di Basri, muore poco dopo per il dolore. Basri no. Va avanti. Lavora come controllore di binari di una ferrovia, ogni giorno percorre circa venti chilometri a piedi e il primo e il 15 di ogni mese invia una lettera al commissariato di polizia chiedendo notizie del figlio. Il film fa riferimento a giovani realmente accusati di attività sovversiva dal governo e misteriosamente scomparsi in stato di fermo. Qui non siamo però nel Cile di Pinochet e Basri non è come l’Ed Horman interpretato da Jack Lemmon in Missing. Qui la speranza di poter riabbracciare il proprio figlio e il dolore della sua assenza hanno il sapore secco della polvere che si leva dalla ghiaia della strada ferrata, la pesantezza dell’andatura a fine giornata, la solitudine rumorosa dei pensieri di un padre che sopravvive quotidianamente, ma non cede. Ali Aydın firma un’opera d’esordio di grande compattezza visiva, densa ed emozionante, dai lunghi piani sequenza con camera fissa capaci di restituire le situazioni attraverso una sapiente direzione degli attori (Ercan Kesal e Muhammet Uzuner già apprezzato in C’era una volta in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan), senza timore di puntare su un continuo gioco di sguardi e consapevole di essere riuscito a rendere una pagina dolente di un Paese che da anni aspira faticosamente a far parte dell’Europa.

(Goffredo De Pascale)

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Ali Aydın, regista e sceneggiature turco, è nato nel 1981 a Istanbul, dove si è laureato in Art Management alla Yildiz Technical University. Ha lavorato come assistente alla regia per diversi film e serie televisive. Küf è il suo lungometraggio d’esordio.

NOTE CRITICHE di Mariella Cruciani

“Oggi il tempo corre veloce ma in Anatolia, nella Turchia profonda, i ritmi di vita sono differenti: io ho cercato di rendere, nel mio film, questa lentezza per permettere allo spettatore di entrare nei pensieri del protagonista”. Così Ali Aydin, regista e sceneggiatore turco nato a Istanbul, si è espresso a proposito del suo lungometraggio d’esordio: Kuf.

In effetti, il film scandisce in pianisequenza e densissime inquadrature i tempi di un’attesa: quella di Basri (Ercan Kesal), guardiano delle ferrovie, che da 18 anni aspetta invano notizie del figlio, misteriosamente scomparso durante una manifestazione antigovernativa. Basri è silenzioso  e tenace, solo e indomito: unico scopo della sua esistenza è la ricerca della verità e per questo, ogni 15 del mese, invia una lettera all’ispettore di polizia (Muhammet Uzuner, già interprete di C’era una volta in Anatolia di Nuri Bilge Ceylan) per chiedere notizie del giovane ribelle. Attraverso la storia di questo padre, piccolo e irriducibile, stanco ma non fiaccato, l’autore si confronta con un tema sociale e politico forte: la repressione e la scomparsa, nella Turchia degli anni ’90, di ragazzi accusati di sovversione.

“Sviluppando questa sceneggiatura volevo placare la mia coscienza e trasformare le tragedie degli scomparsi in una pressione collettiva della coscienza” – ha dichiarato Aydin. Il film è caratterizzato, oltre che dalla lentezza programmatica, da una quasi totale assenza di musica affinché nulla spezzi l’attenzione dello spettatore: anche le notizie di cronaca che arrivano dalla radio sono brevi e rare. Il protagonista è un padre, e non una madre, perché – ha detto il regista – un personaggio femminile avrebbe potuto più facilmente suscitare pietà.

Per contribuire ulteriormente a marcare una certa distanza dalla vicenda narrata, Aydin inserisce nella storia il personaggio di Cemil (Tansu Bicer), collega ubriacone e invadente del protagonista, pronto a svelarne il segreto che gli costerebbe il posto di lavoro: l’epilessia. Grazie all’ottima prova degli attori e a scelte come quelle sopra indicate, improntate a pudore e verità,  Kuf riesce a rendere, con intensità, ma senza cadere nel patetismo, la fatica del vivere e il dolore dell’assenza.

(Mariella Cruciani)

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TRAMA
Basri è un uomo di 55 anni che lavora duramente come guardiano delle ferrovie, controllando a piedi ogni giorno chilometri di binari. Il suo pensiero fisso è però il ritrovamento del figlio scomparso misteriosamente diciotto anni prima, quando studiava all’università di Istanbul e venne fermato dalla polizia per attività antigovernative.

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Dichiarazione di Francesco Di Pace e Nanni Moretti:

Per il secondo anno consecutivo la  Settimana Internazionale della Critica (Sic) festeggia il “Premio Luigi De Laurentiis” per un’Opera Prima ad un proprio film, quest’anno KÜF del turco Ali Aydin.
Il film è stato presentato in concorso alla 27. Settimana Internazionale della Critica, nell’ambito della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia e sarà distribuito in sala da Sacher Distribuzione.
“Riuscire a finalizzare la nostra costante ricerca di nuovi talenti registici con un premio così importante, è motivo di enorme soddisfazione – dichiara Francesco Di Pace, delegato generale Sic: KÜF è un’opera potente, di affascinante rigore stilistico, che rivela un filmaker dal sicuro futuro. La Sic ringrazia i produttori, i distributori internazionali e il regista Ali Aydin per aver creduto nell’occasione che abbiamo offerto al film, e ringrazia Sacher Distribuzione per aver intuito le sue potenzialità di uscita nelle sale italiane.”
“Sono molto felice – dichiara Nanni Moretti di Sacher Distribuzione. Il 2012 è stato un anno particolarmente fortunato: dopo l’Oscar a Una separazione e l’Orso d’oro a Cesare deve morire, ora giunge questo premio assegnato a KÜF tra le tantissime opere prime. Ciò ci rende molto fieri. Ali Aydin, nonostante sia alla sua prima prova da regista, dimostra uno stile ed una personalità già ben definiti e riconoscibili.”

Per il secondo anno consecutivo la  Settimana Internazionale della Critica (Sic) festeggia il “Premio Luigi De Laurentiis” per un’Opera Prima ad un proprio film, quest’anno KÜF del turco Ali Aydin.Il film è stato presentato in concorso alla 27. Settimana Internazionale della Critica, nell’ambito della 69. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia e sarà distribuito in sala da Sacher Distribuzione.”Riuscire a finalizzare la nostra costante ricerca di nuovi talenti registici con un premio così importante, è motivo di enorme soddisfazione – dichiara Francesco Di Pace, delegato generale Sic: KÜF è un’opera potente, di affascinante rigore stilistico, che rivela un filmaker dal sicuro futuro. La Sic ringrazia i produttori, i distributori internazionali e il regista Ali Aydin per aver creduto nell’occasione che abbiamo offerto al film, e ringrazia Sacher Distribuzione per aver intuito le sue potenzialità di uscita nelle sale italiane.”“Sono molto felice – dichiara Nanni Moretti di Sacher Distribuzione. Il 2012 è stato un anno particolarmente fortunato: dopo l’Oscar a Una separazione e l’Orso d’oro a Cesare deve morire, ora giunge questo premio assegnato a KÜF tra le tantissime opere prime. Ciò ci rende molto fieri. Ali Aydin, nonostante sia alla sua prima prova da regista, dimostra uno stile ed una personalità già ben definiti e riconoscibili.”


di Redazione
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