How To Have Sex
La recensione di How To Have Sex, di Molly Manning Walker, a cura di Anna Di Martino.
Sono approdate in Grecia Tara, Em e Skye, amiche inglesi adolescenti, con l’obiettivo di divertirsi, festeggiare la fine della scuola e fare sesso. Vogliono la stanza vista piscina, anche se lo sguardo è perennemente sul cellulare, vogliono mostrarsi disinibite e senza problemi, ma soprattutto vogliono bere e ubriacarsi fino a perdere ogni controllo di sé. Chi le racconta, la giovane regista britannica Molly Manning Walker, conosce bene quel periodo della vita in cui si pensa di essere già grandi ma ancora non si vogliono buttare i peluche, che si vuole fare sesso, spinti dalle scariche ormonali e dalla curiosità, ma non si ha idea di cosa si ricerca realmente. Tra le amiche Tara appare da subito molto sicura di sé e di ciò che vuole e scopo della vacanza è per lei perdere la verginità.
Le girls fanno amicizia con dei ragazzi quasi coetanei vicini di stanza, sembra che Tara trovi una complicità con Badger ma alla fine sarà con Puddy, completamente ubriaca, che farà sesso sulla spiaggia, tanto sembra, in questo modo assurdo di divertirsi e stare insieme, che uno valga l’altro. Si accorgerà poi che non è così e che mentre Badger si preoccupa per lei, visto che non rientra per tutta la notte in hotel, Puddy tenterà di aver un rapporto con Tara anche se lei non vuole.
Un quadro del mondo giovanile molto realistico, realizzato con grande sensibilità e conoscenza di come i giovani affrontino il divertimento, il sesso e la relazione con i coetani. Molto brava la ragazza che interpreta Tara, Mia McKenna Bruce, che dapprima sbruffona, mostra poi le proprie fragilità e cerca conforto nelle amiche e che attraverso i silenzi, in contrapposizione con il frastuono del divertimento, esprime il proprio disagio.
Vincitore del premio come miglior film nella sezione Un certain regard a Cannes 2023, How to Have Sex è un esordio veramente notevole che rivela una regista attenta alle immagini e alla fotografia e agli attori che mette in scena.
di Anna Di Martino