Haikyu!! The Dumpster Battle

La recensione di Haikyu!! The Dumpster Battle, di Susumu Mitsunaka, a cura di Gianluca Pulsoni.

In quest’epoca da mordi e fuggi, per chi guarda può essere necessario avere con le immagini un rapporto atletico, per chiarire – in poco tempo – se ciò che si ha davanti vale qualcosa. A tal fine si possono usare strumenti nuovi, o anche vecchi, rivisitati: come nel caso dell’idea di termite art (letteralmente, arte della termite), copyright Manny Farber. Ma cos’è l’arte della termite? In breve: film poco imbellettati, e magari di serie B, ma con elementi spiazzanti, inventivi. E soprattutto: lavori in cui risalta una certa “economia dell’espressione”. A tutto questo aggiungiamo poi un dettaglio: film che fanno pensare, anche al di là dalle loro intenzioni originarie.

È questo il caso di Haikyu!! The Dumpster Battle (regia: Susumu Mitsunaka; produzione: Production I.G) lungometraggio animato che rappresenta l’ultimo adattamento anime di una serie manga di successo, Haikyu!!. Incentrato sulla pallavolo in ambito liceale, e soprattutto sulla voglia di giocare e migliorarsi di Shoyo Hinata, pallavolista bassino ma capace di saltare l’impossibile, Haikyu!! è diventato in poco tempo un riferimento per parlare di uno sport particolare come la pallavolo.

Haikyu!! The Dumpster Battle copre l’arco narrativo del manga che racconta di una bella partita di un torneo importante tra la squadra di Hinata, il “Karasuno”, e gli amici-rivali del “Nekomata”. In sé, il film è solido, avvincente il giusto, in linea con l’animazione della serie anime. In sintesi: qualcosa che vale per chi già conosce i personaggi, ma anche a prescindere, se ci si vuole concedere lo svago di vedere una partita di pallavolo animata. Poi però, a un certo punto, il film incorpora una stramberia registica meravigliosa, immotivata: una sequenza in soggettiva, insistita, durante la partita.

Si tratta di qualcosa che arricchisce in modo subliminale tutto quanto, magari dando all’opera meriti che non ha. Poco importa però. Aiuta a cogliere un aspetto unico della pallavolo, meglio di tanti racconti di altri film o serie tv. Azioni come traiettorie, rotazioni, parabole: una delle rappresentazioni più incredibilmente geometriche (cartesiane?) dell’agonismo umano.


di Gianluca Pulsoni
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