Foe – Il nemico

La recensione di Foe - Il nemico, di Garth Davis, a cura di Joana Fresu de Azevedo.

Dopo essere stato presentato in anteprima mondiale a settembre 2023 al New York Film Festival e dopo un veloce passaggio nelle sale statunitensi ad ottobre dello stesso anno, Foe – Il nemico è disponibile dal 5 gennaio 2024 su Amazon Prime Video. Il film, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Iain Reid (lo stesso autore del libro da cui è stato tratto Sto pensando di finirla qui di Charlie Kaufman) è diretto dal regista australiano Garth Davis che, insieme a Reid, ne cura anche la sceneggiatura.

In un futuro non troppo lontano, il mondo è al collasso a causa degli effetti dell’inquinamento e del cambiamento climatico. Non piove da anni e le risorse naturali sono prossime all’esaurimento. E il sovrappopolamento non fa che peggiorare la situazione. Dato che sembra che il pianeta non sia più in grado di dare nulla al genere umano (anche se, in effetti, non ci ha mai dato nulla. Abbiamo sempre rubato), diverse agenzie governative iniziano a valutare la colonizzazione dello spazio, pianificando una serie di test che prevedono il trasferimento di alcuni soggetti eletti nelle stazioni spaziali di recente costruzione.

Rintanati nell’isolata fattoria di famiglia, Hen (Saoirse Ronan) e Junior (Paul Mescal) sono una giovane coppia. Si conoscono dai tempi del liceo e la loro vita è improntata ad una ripetitiva serie di apparentemente collaudate abitudini e suggellata dalla solitudine della vita di coppia. Il fascio verde della luce dei fari di una macchina sparato contro le loro finestre sconvolgerà questo equilibrio e le loro esistenze. Portando nelle loro vite Terrance (Aaron Pierre), ambiguo funzionario del governo, che informa Junior di essere stato selezionato per il progetto spaziale, con la sua partenza prevista nell’arco di due anni. Nel mentre, verranno svolti su di lui e la moglie una serie di test, funzionali al fatto che dopo la partenza di Junior, Hen verrà lasciata con un suo sostituto biologico. Una innovativa forma di intelligenza artificiale, in tutto e per tutto uguale al ragazzo. Dopo essersi trasferito in casa della coppia, Terrance inizierà una serie di sedute con i due, durante le quali analizzerà nei dettagli la storia e le dinamiche della relazione della coppia. Mostrando una forte crisi e una divergenza di opinioni su quale dovrebbe essere il loro futuro. Hen riscoprirà quali fossero i suoi sogni e i suoi obiettivi prima di incontrare suo marito, riportandole la speranza di essere ancora in tempo a seguire i suoi istinti. Junior entrerà in un vortice di gelosie e paranoie sempre più truci, dettate dal terrore che qualcuno possa fare del male alla sua famiglia e dalla convinzione che lo scopo di Terrance in realtà sia quello di rubargli la moglie.

Nonostante sia fortemente presente la cifra narrativa, tipica di Iain Reid, che punta a esplorare nei dettagli la complessità del rapporto di coppia, il fatto che Foe – Il nemico sia un thriller fantascientifico di impronta ambientalista e che sia caratterizzato da un perdurare di scene buie, cupe e claustrofobiche è forse sufficiente a far capire i motivi di una visione che risulta confusa e faticosa per lo spettatore. Le seppur encomiabili interpretazioni dei tre attori, con Paul Mescal che raggiunge un picco di intensità nelle scene in cui il suo personaggio è pervaso dal delirio, non bastano a permettere a Davis di riuscire a tenere i troppi filoni narrativi che cerca di esprimere. Non sono sufficienti nemmeno il duplice finale e la banale morale conclusiva che ci porta a ricordarci che la vita ci può trasformare in persone diverse fino a diventare altro da quello che avevamo sperato o la rinascita nella consapevolezza di essere unici a risollevare le sorti di un film che trova nel marasma del catalogo di una piattaforma streaming la sua giusta collocazione. Perché la visione in sala deve ancora poter essere concessa a film che la meritano. A differenza di Foe – Il nemico.


di Joana Fresu de Azevedo
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