Biografilm 2023: raccontarsi per immagini
Le recensioni di Anna Di Martino dal Biografilm 2023.
Al Biografilm 2023 si impone una tendenza più originale di fare film biografici, prendendo in mano una telecamera per raccontarsi, non più e non solo quindi per analizzare la vita di altri, di personaggi famosi, ma scandagliando la propria e divenendo registi del proprio biopic. Opere veramente riuscite come, nel concorso internazionale, Is There Anybody Out There? di Ella Glending, al suo primo film. La regista parla di sé e della sua rara disabilità, riscontrata fin dalla nascita, una disabilità che la porta ad essere in carrozzina perché ha i femori molto più corti del “normale” e ha delle difficoltà nella deambulazione. Ella è una ragazza molto carina piena di vita e di voglia di sperimentare, grazie a internet vuole capire se altri hanno la sua stessa patologia e se ci possono essere interventi che possano aiutarla. Inizia a comprendere con i genitori come è stata la sua infanzia, perché non l’hanno sottoposta a qualche intervento e pian piano intuisce che forse hanno fatto la scelta migliore. Mentre prosegue la sua ricerca, Ella casualmente rimane incinta, è sconvolta e contenta allo stesso tempo, insieme al compagno e al figlio proseguirà il cammino, andando in America per incontrare persone simili a lei e per conoscere un medico esperto in interventi di ricostruzione delle ossa, ma, tornando indietro e incontrando il medico che la visitò quando era bambina, capisce che a volte è meglio fare un percorso di accettazione della disabilità che accanirsi per tentare di raggiungere obiettivi impossibili. Un film molto toccante che racconta la storia di Ella in prima persona ma che parla a tutti della disabilità senza discriminazioni.
Su questa linea nella competizione nazionale troviamo The Land You Belong di Elena Rebeca Carini, regista al suo debutto che racconta la sua storia, quella di una neonata rumena adottata da una famiglia italiana. Su Facebook una sorellastra la contatta e lei entra in contatto con il suo fratello biologico che vive a Bruxelles. Insieme decidono di andare in Romania a trovare la madre naturale per vivere un’esperienza insieme, conoscersi meglio, e capire perché la madre li abbia abbandonati. La regista è molto curiosa e piena di domande, non tutte troveranno risposte ma sarà un viaggio molto intenso e ricco di emozioni, un percorso che le farà apprezzare ancora di più i genitori adottivi. Elena Rebeca è riuscita a raccontarsi, a mettere in scena le sue paure e le sue fragilità, dando vita a un documentario di cui è regista e protagonista, un film che diventa in qualche modo universale e che non lascia indifferenti.
di Anna Di Martino