Due giorni, una notte

Marion Cotillard è la protagonista del film diretto da Jean-Pierre e Luc Dardenne, presentato in concorso al 67. Festival di Cannes.

Due giorni, una notte è il poco tempo che ha a disposizione Sandra (Marion Cotillard) per convincere i colleghi a rinunciare ad un bonus di mille euro e permetterle, così, di conservare il posto di lavoro. Il film di Jean-Pierre e Luc Dardenne, presentato in concorso al Festival di Cannes 2014, parte da questa semplice idea e si sviluppa come un dramma a tappe: lo spettatore segue, come in una via crucis, i faticosi tentativi di Sandra, sostenuta e incoraggiata dal marito Manu (Fabrizio Rongione), di persuadere i compagni di lavoro a non essere egoisti e mostrarle concreta solidarietà.

La protagonista del film è una ragazza sensibile e fragile, appena uscita (?) da una depressione, ma pronta a lottare, fra alti e bassi di umore, pur di rivendicare i propri diritti. Il tema del lavoro torna, dunque, prepotentemente al centro del cinema dei Dardenne, come era già accaduto ne La Promesse (1996) e in Rosetta (1999). La lotta di Sandra per recuperare, insieme all’occupazione, identità e dignità, diventa il fulcro di quello che potremmo definire un “racconto morale”. “Ci siamo difesi bene. Sono felice!” – commenta, alla fine, la protagonista  che è riuscita ad affermare se stessa senza, per questo, dimenticare le priorità altrui.

La forza del film è nella determinazione sofferta di Sandra che, costantemente pedinata dall’obiettivo, si trasforma, ben presto, in una figura familiare, amica, per la quale non si può non “tifare”. Evitando cadute melense o soluzioni drammaturgiche forzate, i Dardenne dimostrano, ancora una volta, che è possibile fare cinema, del buon cinema, mostrando, con rispetto e partecipazione, figure e situazioni “normali”, quotidiane. Con lo stile asciutto e rigoroso che li caratterizza e senza facili letture psicologiche o ideologiche, i due registi realizzano un’opera “etica”: se il cinema non può ambire a mutare il mondo, può, però, farci incontrare e farci amare personaggi che si impegnano per cambiare, in meglio, il microcosmo che abitano. Una menzione particolare va a Marion Cotillard che, con  una recitazione nervosa e “fisica”, rende la sua Sandra credibile e degna di quell’attenzione e di quel riconoscimento di cui ha  bisogno per tornare a vivere.

Trama

Sandra è una giovane donna che vede il suo posto di lavoro messo a rischio. La donna, pur tra molte sofferenze psicologiche, lotterà con tutte le sue forze per non perdere la sicurezza lavorativa che gli permette di vivere dignitosamente con la sua famiglia. Saranno giorni difficili, umilianti ma allo stesso tempo esaltanti.


di Mariella Cruciani
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