Cuori

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cuori-resnaisNevica in continuazione, nella Parigi di Alain Resnais, una città più evocata che mostrata, appena intravista, tratteggiata in fretta come una città senza respiro e forse senza cuore. E i personaggi dell’ultimo film del maestro francese devono fare i conti con i propri cuori inquieti, spezzati o aridi, sempre percorsi da un brivido, un lampo, un desiderio di felicità, di calore, di autentica complicità. I sogni si spengono in fretta, i risvegli sono amari, eppure smetteranno poi di sperare ancora, di provare a essere felici, questi dolenti parigini? Probabilmente no. Ingoieranno le delusioni, andranno avanti nonostante tutto, si lasceranno incantare da qualche miraggio, perché questa è la vita. Ma saranno, ogni volta, sempre più mesti e fragili.

Come per Smoking e No-Smoking, Resnais si ispira al commediografo inglese Alan Ayckbourn, qui al testo Private fears in public places. A dominare non è tanto l’umorismo quanto una sottile, diffusa malinconia. I dialoghi sono brillanti, i momenti spassosi non mancano – a volte l’umorismo è decisamente cattivo – ma il tono complessivo del film è improntato a un elegante disincanto, a un senso di inesorabile scivolamento nell’infelicità e nella rassegnazione. Alcuni degli attori sono gli stessi di un altro film di Resnais, Parole, parole, parole, ma l’atmosfera e gli esiti sono assai diversi, qui mancano la speranza e il senso di riconciliazione finale.

L’agente immobiliare Thierry – personaggio ripreso da Parole, parole, parole e affidato sempre all’ottimo André Dussollier – non riesce a concludere affari con la coppia costituita da Nicole e Dan. I due non trovano l’appartamento adeguato alle loro necessità. In realtà sono proprio le loro esigenze a essere ormai inconciliabili: il loro legame ormai è alla fine. Dan sembra ritrovare la felicità quando incontra Gaelle, che è la sorella di Thierry. Ma qualcosa – il caso, forse – andrà storto e rovinerà quello che avrebbe potuto essere un vero amore. Thierry è intrigato dalla collega Charlotte, che è insieme bigotta e perversa e rivelerà la sua natura quando andrà ad assistere un insopportabile anziano, padre del riservato barista Lionel…
Resnais costruisce un film che è insieme raffinato e straordinariamente coinvolgente, capace di farci palpitare per le sorti dei personaggi. Senza bisogno di artifici o bizzarrie, semplicemente amando i propri protagonisti e mettendoli in scena con sincerità, passione e senso della misura. Gli attori sono formidabili. In particolare Sabine Azéma è eccellente nella parte di Charlotte, il personaggio più sorprendente e inquietante del film, Lambert Wilson è davvero convincente nel ruolo di Dan, ex militare frustrato e alcolista, disperatamente in cerca di un’altra possibilità.


di Anna Parodi
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