Coup de Chance
La recensione di Coup de Chance, di Woody Allen, a cura di Chiara Nicoletti.

Per il suo 50esimo film, Coup de Chance, presentato fuori concorso in anteprima all’80 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia, Woody Allen si consacra come cineasta europeo, girando interamente in francese nella Parigi già a lui cara per Midnight in Paris. Con un cast di attori ben conosciuti oltralpe composto da Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud e Niels Schneider, Allen mette in scena una storia noir, d’amore e d’adulterio affine per tematiche a Match Point seppur meno oscuro e più incline alla commedia e al giallo.
Fanny e Jean sono in apparenza la coppia perfetta, una vita agiata, un appartamento lussuoso in un quartiere centrale di Parigi, amici con cui condividere scampagnate, weekend fuori porta e battute di caccia. Un giorno Fanny incrocia per strada Alain, ex compagno di liceo che da subito svela la sua infatuazione per lei ai tempi e il suo rinnovato interesse. Fanny perde la testa e rischia di rompere l’idillio della sua vita da sogno.
Ancora una volta Woody Allen si interroga sul ruolo del fato e delle coincidenze nella vita di ognuno di noi e per farlo, contrappone dei fatalisti e passionali come Alain e Fanny ad un uomo che si vanta di essere l’artefice della propria fortuna, Jean. Senza battute di arresto, narrative ed emotive, a pieno ritmo, Coup de Chance è prima storia di passioni e finestre su altre vite possibili e poi mistero da risolvere in un veloce cambio di registro che avviene con la fluidità che solo un Maestro può gestire. Quando tutti i giochi sembrano fatti, Allen scrive e dirige la vittoria del caso sulla volontà e le previsioni dell’essere umano e confeziona un 50esimo film lucido, blu elettrico, comico, romantico e grottesco.

di Chiara Nicoletti