Confidenza
La recensione di Confidenza, di Daniele Luchetti, a cura di Ignazio Senatore.
“Amo il cinema che non mi lascia in pace” dichiarava l’immenso Erri De Luca. Confidenza di Daniele Luchetti, è un film che va addirittura oltre. Non solo scarnifica lo spettatore e gli scava dentro, ma lo conduce per mano e gli suggerisce di gettar via la maschera e di fare i conti con i propri segreti che (forse), ha tenuto per anni imbavagliati e chiusi sotto chiave.
Pietro Vella (Elio Germano), giovane professore di lettere di un liceo della periferia romana, è il classico docente che ha un rapporto viscerale con gli studenti. Le sue lezioni non sono quelle canoniche, dettate dal programma ministeriale. Nelle prime battute del film, infatti, chiede agli alunni di dare una propria definizione dell’amore. Nei banchi, Teresa Quadraro (Federica Rosellini), l’alunna più in gamba e dotata, che, dopo il diploma, invece di frequentare l’università di matematica, lavora come cameriera in una trattoria. Pietro la sprona a riprendere gli studi. Cupido lancia le frecce e i due vanno a vivere insieme. Tutto sembra filare liscio, fino a quando, una sera, lei propone quasi per gioco che ognuno riveli all’altro il proprio inconfessabile segreto. Pietro le rivela il suo e Teresa, basita, il giorno dopo lo pianta in asso. Le loro strade si dividono. Lui sposa l’affascinante Nadia (Vittoria Puccini) e raggiunge la fama con il saggio sulla “didattica dell’affetto”, pubblicato da Tilde (Isabella Ferrari), una donna per la quale, ricambiato, prova una velata attrazione. Teresa, invece, vola negli States e diventa una ricercatrice tra le più apprezzate al mondo. Ma…
Il file rouge di questo thriller inquieto e intrigante è la paura che attanaglia Pietro, ossessionato dall’idea che Teresa possa divulgare il suo segreto e rovinargli, per sempre, carriera e reputazione. Luchetti, supportato in sede di sceneggiatura da Francesco Piccolo, per tutto il film non svela il mistero e alterna, con maestria, allucinazioni e realtà.
La narrazione è disseminata, infatti, da scene frutto delle fantasie malate di Pietro, che, di tanto in tanto, immagina di eliminare la scomoda depositaria del suo segreto, che altri non é che la proiezione delle sue istanze superegoiche. Confidenza é certamente l’opera più matura e complessa di Daniele Luchetti. Il film, affascina e squarcia l’anima dello spettatore, non solo per i rimandi e le suggestioni che evoca, ma per la pulizia formale con la quale il regista romano traspone sullo schermo l’omonimo romanzo di Domenico Starnone. Un matrimonio tra i due, artisticamente felice, già proposto con il graffiante e divertente La scuola e l’intenso e pulsante Lacci.
Germano, come sempre, conferma la sua straordinaria duttilità attoriale. Gli tengono il passo le interpreti femminili: una spontanea e intensa Rosellini, una melanconica e dolcissima Puccini, una ritrovata Ferrari e una fresca Pilar Fogliati.
di Ignazio Senatore