Ci vediamo a casa

Come ha ricordato lo stesso Ponzi in conferenza stampa, il cinema italiano ha affrontato il problema della casa, come bisogno sociale primario ma anche come occasione per far emergere sentimenti e comportamenti, molte volte. Si va da pellicole farsesche come Totò cerca casa (1949) di Steno e Monicelli a film con un tono “sentimentale” come Il tetto (1956) di Vittorio De Sica per arrivare al paradossale Arrangiatevi! (1959) di Mauro Bolognini. Maurizio Ponzi, regista di tre commedie di successo per Francesco Nuti negli anni ’80 ma anche di un ironico e affettuoso omaggio al mondo del cinema come A luci spente (2004), con Ci vediamo a casa intende “mettere a confronto tre storie d’amore che si sviluppano in un modo, piuttosto che in un altro, a seconda del luogo in cui si svolgono e, nello stesso tempo, raccontarle con tre stili diversi”.

Facciamo, così, la conoscenza di tre coppie distanti tra loro per estrazione sociale e caratteri: Franco  (Edoardo Leo) e Vilma (Ambra Angiolini), Gaia (Myriam Catania) e Stefano (Giulio Forges Davanzati), Enzo (Nicolas Vaporidis) e Andrea (Primo Reggiani). Franco è un ex detenuto, Vilma una bibliotecaria comunale: vivono a Roma nel quartiere Prenestino e, non riuscendo a mettere insieme i soldi per il mutuo, si adattano a convivere con Giulio (Antonello Fassari), tranviere in pensione. Gaia è la rampolla viziata di un padre corrotto: quando il suo loft viene posto sotto sequestro per le malefatte paterne, prova a stabilirsi da Stefano, scapolo benestante di cui si è invaghita. Enzo, giovane disoccupato e corista per passione, vive ancora con la madre (Giuliana De Sio) ma sogna di poter andare a vivere con Andrea, suo compagno e poliziotto. Le tre storie si intrecciano nel corso del film ma i vari personaggi si incontrano solo nel finale, ambientato in chiesa.

A proposito della conclusione di Ci vediamo a casa, Ponzi ha detto: “ Il finale del film è una specie di piccolo giudizio divino sulle tre coppie: quella omosessuale culmina in una specie di matrimonio,  i personaggi di Ambra ed Edoardo restano in una sorta di purgatorio perché resta il dubbio su come sia avvenuta davvero la morte di Giulio mentre gli altri due non sono neanche degni di entrare in chiesa. Loro, infatti, non hanno formato una coppia ma sono stati capaci solo di fare una società”.
Il film ha, quindi, l’ambizione di riflettere su molti temi fondamentali (la precarietà, la corruzione, la diversità, ecc) in maniera garbata e delicata ma, forse, un po’ più di ironia graffiante e di sana cattiveria non avrebbero guastato!

TRAMA

Tre storie parallele di tre diverse coppie le quali cercano una casa per poter vivere insieme. Il palcoscenico urbano di Roma contraddistingue le tre vicende.

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Leggi l’articolo sul cinema di Maurizio Ponzi e sul film Ci vediamo a casa pubblicato su MicroMega


di Mariella Cruciani
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