Argylle – La super spia

La recensione di Argylle - La super spia, di Matthew Vaughn, a cura di Joana Fresu de Azevedo.

Dopo un weekend che ha visto, nella giornata di sabato 3 febbraio, trionfare l’ingenua seppur ironica commedia romantica Tutti tranne te, le superspie di Argylle – La super spia non convincono il pubblico. Che relega il nuovo film di Matthew Vaughn fuori dal podio, con un deludente incasso di poco meno di 300.000€ dalla sua uscita.

Dati che, ad una prima analisi, stupiscono. La scelta per composizione del cast principali di attori quali Bryce Dallas Howard, Sam Rockwell, Henry Cavill, Samuel L. Jackson e Bryan Cranston, nonché quella di inserire tra i camei personaggi di richiamo per il pubblico generalista del calibro di John Cena, di Dua Lipa e Ariana DeBose sembravano offrire tutti le garanzie per un evidente successo al botteghino. Ma l’impresa è stata resa ardua dal fatto che Argylle – La super spia risulta essere un film che, partendo da una stereotipata spy story, degenera nella commedia demenziale.

Complice una scrittura che pecca nel voler inserire troppi elementi quasi sempre confusi e mai veramente pungenti, con le sue ingiustificate 2h20’, Argylle – La super spia diventa un agglomerato di gag no-sense, di effetti visivi al limite dell’approssimativo e di una recitazione sempre (troppo) fuori dalle righe.

Conclusa la trilogia di Kingsman, l’idea di Matthew Vaughn è quella di lanciarne una nuova, con Argylle – La super spia presentato come il primo capitolo di una nuova saga che vedrà al centro la scrittrice di spy stories Elly Conway (Bryce Dallas Howard). Giovane e solitaria donna, che sembra apprezzare la compagnia solo del suo amato gatto Alfie, Elly è alle prese con il capitolo finale della sua saga letteraria di successo dedicata alla superspia Argylle (Henry Cavill). Il suo protagonista è alle prese con la scoperta di un Direttorio di spie doppiogiochiste, i cui nomi sono stati rivelati da un hacker scomparso. Ma la finzione letteraria scombina il mondo reale delle spie. I fatti raccontati da Elly nel suo ultimo best seller sono avvenuti veramente. È a quel punto che la spia Aiden (Sam Rockwell), salvandola da un rocambolesco tentativo di ucciderla da parte dei nemici, la prende con sé. Iniziando un viaggio che sfiderà le certezze di Elly e in cui tutto quello in cui credeva si sgretolerà.

Come dichiarato dallo stesso regista, Argylle – La super spia prende ispirazione dagli action movies degli Anni ’80. Con riferimenti palesi a titoli quali Arma Letale o Die Hard – Trappola di cristallo. Ma il soggetto e la sceneggiatura di Jason Fucs non riescono a cogliere né la grinta né l’intrinseca ma non stupida ironia che avevano reso celebre il genere in quel periodo. Il risultato è che Argylle – La super spia è un film che punta a trasformare l’esagerazione in linea narrativa e la demenzialità in cifra stilistica. Senza riuscire ad essere convincente in nessuno dei due casi. E lo spettatore si ritrova quasi a trovare credibile solo l’interpretazione del bravissimo Alfie. Il gatto di Matthew Vaughn e sua moglie, Claudia Schiffer. Che forse avrebbe preferito restare a casa a giocare con il tiragraffi piuttosto che ritrovarsi costretto a dare la zampa alla follia del suo regista/padrone.


di Joana Fresu de Azevedo
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