Amsterdam
Ignazio Senatore recensisce il film di David O. Russell.
Ci sono canzoni che s’affidano come sonorità alle corde di una chitarra acustica e altre, invece, che come tappeto musicale utilizzano un’orchestra composta di decine di elementi. Amsterdam di David O. Russell appartiene alla seconda categoria. L’accurato impianto scenografico, la cura dei costumi, la sapiente fotografia e la ricchezza dell’impianto narrativo contribuiscono a definire questo film corale, seppur sovraccarico ed eccedente, un gioiellino.
La vicenda saltella dagli anni Trenta a ritroso fino al 1918 e vede come protagonista Burt Berendsen (Christian Bale), un medico americano che al fronte, in Francia, incontra il soldato nero Harold Woodman (John David Washington) e Valerie Voze (Margot Robbie), un’infermiera eccentrica e piena di vita. I tre stabiliscono un patto che li legherà per sempre e, messi alle spalle gli orrori della guerra, grazie ad un soggiorno ad Amsterdam, si godono la vita tra balli e divertimenti. Burt vuole però tornare in America per riabbracciare la moglie e prendersi cura dei reduci; Harold lo segue e, nel tempo, diventa avvocato; Valerie, invece, sparisce nel nulla. I tre si ritroveranno anni dopo al centro di un intrigo, ordito da alcuni potenti, che vorrebbero esautorare il presidente Roosevelt e mettere a capo degli Stati Uniti d’America un generale che dovrebbe seguire le orme di Hitler e Mussolini. Riusciranno i nostri eroi a sventare l’oscuro e pericoloso complotto?
David O. Russell, regista di I Heart Huckabees – Le strane coincidenze della vita (2004), The Fighter (2010), Il lato positivo – Silver Linings Playbook (2012), American Hustle – L’apparenza inganna (2013) ritorna dietro la macchina da presa, dopo il controverso Joy (2015), e impagina un film visionario, dal grande apparato scenico, che abbaglia per la cura dei particolari e per le interpretazioni di un superlativo Bale e di una schioppettante Robbie. Il regista newyorkese, anche in veste di sceneggiatore, mescola giallo e commedia, dramma e crime e, per tutta la durata del film, tratto da una vicenda realmente accaduta, tiene con il fiato sospeso lo spettatore.
Non mancano però i nei. Innanzitutto la durata del film (134’) finisce per sfiancare chi è in sala e la trama è a tratti ingarbugliata. I dialoghi sono però spruzzati di un umorismo di gran classe e non mancano le riflessioni da annotare su un taccuino. Su tutte quelle di Irma (Zoe Saldana) che snocciola al trasognato e romantico Burt: «Il vero amore si basa sulla scelta, non sul bisogno. Tu hai bisogno di tua moglie o l’hai scelta? La seconda è l’unica che conta davvero». E la perla di saggezza declamata in chiusura dallo stesso Burt: «È così che si affronta questo mondo: devi avere amore nel cuore per vivere. È amore contro odio». Russell fa grande uso della voce fuori campo di Bale e ci regala un De Niro nei panni del generale Dillenbeck che manda all’aria il disegno filonazista. De Niro non lo si discute, si ama, ma con l’età ha perso quel sorrisetto sornione e quel magico bagliore negli occhi.
di Ignazio Senatore